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29/06/2021 06:00:00

Stagnone di Marsala: la "relazione" sulla viabilità, i botta e risposta sui social e il giudizio sul KiteFest 

La nuova viabilità alla Laguna dello Stagnone di Marsala continua ad essere al centro del dibattito pubblico e continuano le polemiche, le diverse prese di posizione, ma anche le proposte e il malcontento degli operatori turistici che si sentono penalizzati dall'entrata dalla nuova ordinanza che dal 18 giugno, ha modificato la circolazione per consentire una fruibilità sicura a coloro che vogliono passeggiare o andare in bici nella pista ciclopedonale che da Villa Genna arriva fino a Birgi Nivaloro (potete leggere qui un nostro articolo).

E sulla ordinanza allo Stagnone, dopo quello dei giorni scorsi, c'è un nuovo intervento dell'associazione Strutture Turistiche Marsalesi che lo fa con il suo presidente Gaspare Giacalone, questa volta in dettaglio anche dal punto di vista tecnico, essendo stato per tanti anni in servizio nei vigili del fuoco e occupandosi di sicurezza. 

Per Giacalone non si tratta solamente di problemi di circolazione, ma di pericoli incombenti lungo tutta la pista ciclopedonale. Qui di seguito la sua "relazione" dettagliata sulla nuova viabilità allo Stagnone:

 "ll problema va affrontato - scrive Giacalone - con la valutazione dei rischi incombenti nei vari punti, cominciando con la valutazione di essi. Diciamo subito che la scelta del senso di circolazione della via Giacalone doveva essere l’ultima possibilità, insieme ad altri protocolli, per attenuare il cosiddetto “rischio residuo”, dopo averlo abbassato con “protezioni passive”, mi riferisco a tutte quelle strutture, opere che eliminano il pericolo per il solo fatto di esistere. Al contrario, visto che i due sensi di circolazioni sono esistiti in periodi diversi, vogliamo subito fare un raffronto schematico dal punto di vista qualitativo. Considerando che A rappresenta l’innesto della Via Bonetto, B della Via Giacalone e C della Via Baglio Cudia, si capisce subito che lo schema 1 è una distribuzione a pettine e che ogni tratto (anche quello prima di A e quello dopo C) è autoprotetto passivamente. Qualsiasi evenienza trova il suo sfogo sia perchè le macchine sono dirette verso la via di fuga e il tratto può essere liberato immediatamente, sia perché i soccorsi possono raggiungere il luogo indicato senza problemi". 

"Stessa cosa per il tratto BC e per il tratto AB. In tempi brevissimi ( max 5-8 minuti) con l’ausilio di qualche vigile e/o qualche automobilista collaborativo il tratto può essere sgomberato senza operazioni particolari - continua -. Facendo un esempio idraulico, se pompiamo acqua verso sinistra il flusso non potrà mai essere bloccato per una otturazione in qualunque tratto della rete, l’acqua trova il modo di defluire in modo autonomo. Esaminando il secondo schema di circolazione vediamo che ci troviamo in presenza di uno “schema a pettine e a nodi”. Nel punto B c’è un nodo dove confluiscono veicoli da due parti e l’uscita è una sola. Anzi nella valutazione del flusso si deve considerare che nella strada Giacalone, essendo a senso unico, la disposizione delle macchine su due file è la norma. Ritornando all’idraulica, è come se nel nodo B convergesse un tubo di sezione normale e un tubo di sezione doppia, in uscita resta un tubo di sezione normale. Il posto deve essere necessariamente presidiato per evitare situazioni spiacevoli per semplici diritti di precedenza".

I pericoli
"Dobbiamo semplicemente dire che siamo in una zona turistica - continua Giacalone - dove le persone si muovono con disinvoltura, sono distratti dal paesaggio, fa caldo, sono di per sé stressati per l’aria condizionata che non funziona, le file, le attese, i bambini irrequieti, sia sulla pista che sulle auto, per questo motivo ci soffermiamo semplicemente su due soli eventi pericolosi (incidente stradale più o meno grave che non permette di sgomberare la carreggiata a senso unico prima dell’arrivo delle forze dell’ordine) l’incidente può esser ipotizzato nel modo più severo in quanto probabile: ragazzino sfuggito alla sorveglianza dei genitori che finisce sotto la macchina, automobilista distratto che mette sotto un’altra persona o tampona la macchina che procede, con incastri di lamiere che richiedono l’intervento dei vigili del fuoco e/o avvio di feriti all’Ospedale. Altro pericolo ipotizzabile è quello di un incendio che non può essere spento con mezzi di fortuna. Ci concentriamo solamente su eventi dannosi nel tratto BC (n°1) e nel tratto AB (n°2), tralasciando gli altri".

Modalità d'intervento, lunghezza dei percorsi d'esodo e tempi di percorrenza 

"La lunghezza dei percorsi, i tempi di percorrenza per mettersi in salvo, i tempi di arrivo dei soccorsi sono fattori che incidonopositivamente/negativamente al loro diminuire/aumentare. Nello schema di circolazione 1, - prosegue la sua disamina Giacalone - i tempi di percorrenza, la lunghezza dei percorsi e i tempi di arrivo dei soccorsi sono brevi. Bisogna presidiare solamente il punto C per non non permettere l’immissione nei tratti successivi. Nello schema di circolazione 2 sia il punto d’impatto n°1 e il punto n°2 presentano delle problematiche diverse e di più difficile soluzione per il maggior numero di macchine che concorrono nel nodo nel nodo B. L’intervento nel caso di incidente nel punto 1, rimanendo l’unica via di esodo Via Bonetto, è il seguente: bloccare l’immissione di auto nel punto B, in modo da agevolare il deflusso delle auto, che si trovano nel tratto 1B e BA, le quali a secondo la lunghezza potrebbero essere centinaia. E’ chiaro che resterebbero in trappola tutte le auto sulla via Giacalone fino all’arrivo dei soccorsi, che accederebbero da via Bonetto, e alla risoluzione dell’intervento con tempi superiori a quelli visti prima a causa dei percorsi più lunghi e di centinaia di macchine bloccate nel solleone di Agosto. L’intervento per liberare il punto 2 (Mamma Caura) se da un lato è più semplice in quanto sono da smaltire solo le macchine del tratto 2A, dall’altro comporta l’intrappolamento di un numero enorme di auto, cioè tutte le auto che sono da C fino a 2 e tutte le auto della via Giacalone tutte già posizionate in doppia fila; penso che si possa ipotizzare un ingorgo con un numero di macchine non inferiore a 1000. Ecco perché in alcuni interventi ho scritto: hanno creato una trappola per automobilisti e quindi, se chiedeste a me qual’è la soluzione a più basso  rischio, risponderei:la prima".

Raccomandazioni gestionali e finali 

"Per abbassare il rischio residuo è opportuno ridurre la velocità degli automezzi e renderla simile a quella delle biciclette (non superiore a 12 Km/h, massimo 15 Km/h), - conclude Giacalone - formare il personale, informare gli utenti, integrare la segnaletica stradale con la segnaletica di sicurezza".

E sulla pista ciclabile, dopo la decisione che, oltre al servizio d'informazione della protezione civile prevede anche il servizio di scorta da parte dei vigili urbani per gli autobus granturismo, non sono mancati i botta e risposta sui social scatenati dall'ex assessore della Giunta Di Girolamo, Rino Passalacqua, oggi consigliere comunale d'opposizione, che ha postato su Facebook un suo post:

 

E al post di Passalacqua ha risposto il comandante dei vigili urbani Vincenzo Menfi che ha firmato l'ordinanza che regola la nuova viabilità in tutto il litorale della Laguna:

 

Su quanto sta accadendo allo Stagnone è intervenuto il Circolo Legambiente Marsala – Petrosino. Con una sua nota la presidente Letizia Pipitone ribadisce che lo Stagnone “è una riserva naturale e non un parco giochi” con la fruizione che deve avvenire nell'interesse della “conservazione e tutela degli habitat naturali e del delicato ecosistema dell'intera area”. Qui l'articolo completo.

E intanto Legambiente Sicilia dice la sua sul Kite Fest allo Stagnone di Marsala che ha preso il via ieri, considerandola una "Manifestazione devastante" - “Abbiamo un’altra idea di sviluppo economico per l’area, sostenibile ed equilibrato, dove la priorità è la tutela e la conservazione dell’habitat, della biodiversità, dell’ecosistema laguna - zona umida - fauna migratoria - paesaggio. È un approccio radicalmente opposto all’uso e all’abuso di questi luoghi, aree, spazi che si è deciso, per il loro valore naturalistico e ambientale, per la loro bellezza, di tutelare, conservare, proteggere”. Questo il commento di Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, che in una lettera indirizzata al Presidente dell’Ars, all’assessore regionale al Turismo e al sindaco di Marsala, critica fortemente il Kite Fest nella laguna dello Stagnone, uno sport estremo nel cuore di una delle aree naturali protette più delicata e sensibile all’antropizzazione e ad uso indiscriminato e senza regole del suo territorio. “Non vogliamo “musealizzare”, ma proponiamo di pensare e progettare una fruizione rispettosa, consapevole, responsabile. Questo modello non prevede eventi di pochi giorni, in cui si concentrano folle di persone che “consumano e sfruttano” questo capitale naturale, a beneficio di pochi operatori turistici che poco o nulla restituiscono alla collettività. Pensiamo a quanto realizzato alla Spiaggia dell’isola dei Conigli a Lampedusa, anch’essa riserva naturale e votata da anni, ripetutamente, dagli utenti di TripAdvisor come la spiaggia più bella del mondo: per il suo modello di gestione, dove convivono la presenza di migliaia di bagnanti con la deposizione delle uova della tartaruga Caretta caretta. Vi chiediamo di riflettere la prossima volta soprattutto quando deciderete di finanziare con soldi pubblici certe devastanti manifestazioni, mentre non si trovano mai risorse economiche per proteggere la nostra natura, i nostri territori e il nostro mare”.