“Continuano a ripetere il racconto di quello che hanno vissuto, le immagini strazianti del naufragio che ha coinvolto diverse donne e bambini e al quale sono miracolosamente sopravvissuti. Le testimonianze strazianti dei due minori che abbiamo raccolto nell’hotspot di Lampedusa ci lasciano ancora una volta sgomenti di fronte al dolore che troppi bambini, donne e uomini stanno vivendo e alla vite che continuano ad essere sacrificate anche a causa della mancanza di un sistema strutturato di ricerca e soccorso in mare”.
Cosi Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children a Lampedusa riporta le testimonianze di due dei ragazzini sopravvissuti all’ultimo naufragio nel quale avrebbero perso la vita molte donne e bambini.
“Hanno raccontato che a un centro punto la barca in cui viaggiavano già da un po’, sulla quale c’erano diverse donne anche incinte e bambini molto piccoli, si è capovolta e si sono ritrovati in acqua. Hanno iniziato a bere, sono finiti sott’acqua, hanno fortemente temuto di annegare e poi hanno visto tanta gente morire attorno a loro. Immagini terribili per chiunque, figuriamoci per due ragazzini, che viaggiavano soli, senza alcuna figura cara”.
Save the Children sottolinea ancora una volta come sia indispensabile e urgente un impegno diretto degli Stati membri e dell’Unione Europea per l’attivazione di un sistema strutturato, coordinato ed efficace di ricerca e soccorso e per la definizione di canali d’ingresso sicuri affinché cessi questa catastrofe. Il Mediterraneo centrale si conferma ancora una volta tra le rotte più pericolose al mondo e non ci si può limitare al cordoglio di fronte a questa ennesima tragedia. Basti pensare che secondo i dati delle Nazioni Unite, nei primi sei mesi del 2021 il numero delle persone morte nel Mediterraneo Centrale è quasi triplicato rispetto all’anno precedente.
Save the Children è presente a Lampedusa, in collaborazione con Unicef, per dare una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambini e adolescenti, delle loro famiglie e delle donne sole in arrivo e in transito. Tra gli interventi previsti: primo soccorso psicologico, informazioni sui loro diritti, nonché sui servizi e sulle opportunità disponibili, una valutazione tempestiva delle potenziali vulnerabilità e problemi di protezione specifici, tra cui quelli connessi alla violenza di genere.
Salgono, intanto, a 12 gli sbarchi dall'alba di ieri, 3 Luglio, a Lampedusa. Un barchino di 6 metri, con motore fuoribordo, è stato soccorso a poco meno di un miglio dalla costa. A bordo 13 tunisini, fra cui due donne. I militari della Guardia di finanza hanno effettuato il trasbordo e hanno portato il gruppo al molo Favarolo.