Il giudice di pace di Marsala ha assolto (“perché il fatto non sussiste”) l’ex europarlamentare di Italia dei Valori Sonia Alfano dall’accusa di avere diffamato, sei anni fa, il mazarese Vito Di Giovanni, all’epoca segretario del Cda della “Belice Ambiente”, società di cui la Alfano era commissario straordinario.
Secondo il capo d’imputazione, il 12 agosto 2015, a Mazara, Sonia Alfano, in assenza del Di Giovanni, e in presenza di più persone, alcuni sindaci della Valle del Belice e consiglieri d’amministrazione della Belice Ambiente, avrebbe leso l’onore e il prestigio del segretario del Cda affermando che questi avrebbe patteggiato una pena per peculato e che era, all’epoca, sottoposto ad indagini, chiedendo che queste sue affermazioni venissero verbalizzate.
Ma il giudice di pace ha accolto la tesi dell’avvocato difensore Gianni Caracci che in Tribunale ha sostenuto che si è trattato di “lievi imprecisioni nell'indicazione del precedente penale a carico del Di Giovanni, truffa a danno della pubblica amministrazione e non peculato” e che ciò non costituisce diffamazione, mentre per quanto riguarda il riferimento alle indagini in corso, continua il legale, “attraverso le certificazioni del casellario è stato dimostrato che all'epoca in cui l’on.le Alfano ebbe a pronunciare le frasi oggetto del processo, in effetti lo stesso era indagato, per quanto successivamente sia stato assolto”.
Il 20 agosto 2015, Vito Di Giovanni si dimise da segretario del Cda della “Belice Ambiente”. Molto probabilmente in seguito a questa querelle.