In quattordici sono stati rinviati a giudizio nell'ambito dell'operazione denominata Palude condotta dai militari della Guardia di finanza di Trapani che ha coinvolto, tra gli altri, l'ex dirigente del Genio civile di Trapani, l'alcamese Giuseppe Pirello, che venne anche arrestato, nel 2018.
Il Gup Roberta Nodari oltre a disporre i rinvii a giudizio ha anche emesso due sentenze, condannando a due anni e otto mesi Giuseppe Grillo e assolvendo, invece, Gaspare Motisi.
Prosciolti, inoltre, Giovanni Lentini , Andrea Pirrone, Giuseppe Mulè , Felice Scariglino. A processo invece l'ex capo del Genio Civile di Trapani, gli alcamesi Aurelio e Francesco Pirrello,, Giuseppe Pipitone, Vincenzo Coppola, , Gaetano Vallone, Vincenzo e Giuseppe Paglino, Vito Emilio Bambina, Stefano e Francesco Gebbia, Antonio Colletta, Ignazio Messana e Giuseppe Maiorana.
L'operazione della Guardia di Finanza portò alla luce un sistema finalizzato ad assicurare indebite agevolazioni a numerosi soggetti privati ed imprenditori in relazione agli adempimenti in materia di edilizia privata e pubblica di competenza del Genio Civile e all’affidamento di lavori pubblici.
Al centro dell'inchiesta l’ingegnere capo del Genio Civile di Trapani, Pirrello, che finì per cinque mesi ai domiciliari fino a quando la Cassazione annullò il provvedimento del Tribunale della Libertà di Palermo e l’ordinanza di custodia cautelare del gip di Trapani. Secondo i pm Pirrello, avrebbe abusato della sua posizione per ottenere vantaggi economici. Attraverso lo studio tecnico intestato al figlio, avrebbe curato in prima persona numerose pratiche destinate ad essere trattate per competenza dall’ufficio da lui diretto, «assicurando – scrisse la Finanza – un trattamento di favore ai suoi clienti, con la complicità di alcuni dipendenti dello stesso Ufficio nonché di liberi professionisti.