E' stato individuato e denunciato dai Carabinieri di Mazara del Vallo un un uomo che ha sparato ad un cane, e poi lo ha legato agonizzante a un furgone trascinandolo fino a un ucciderlo. L'uomo ha filmato la scena, postandola sui social, salvo poi rimuovere il video. Le immagini, tuttavia, sono state salvate e consegnate alle autorità dai volontari dell'associazione "Pelosi nel cuore". Ecco il comunicato dei Carabinieri:
Nei giorni appena trascorsi i Carabinieri della Compagnia di Mazara del Vallo hanno tratto in arresto G.D. romeno classe 77, soggetto gravato da precedenti di Polizia e ben conosciuto dai militari operanti, per i reati di uccisione di animali, detenzione illegale di arma, armi clandestine, alterazioni di armi e detenzione abusiva di armi e munizionamento.
Il malvivente si è reso responsabile di atti gravi nei confronti di un animale (un cane precisamente) uccidendolo barbaramente, trascinandolo, legato ad una corda al suo furgone, postando il tutto sui social network. Durante il filmato, inquadrando il povero animale ormai morto, l’uomo commenta il tutto rivolgendosi al proprietario del cane (un vicino di casa) rivendicando il gesto ad un morso che l’animale avrebbe dato alla mano della figlia, e come promesso prima gli ha sparato e poi trascinato legandolo al furgone.
A seguito della denuncia presentata dalla presidente dell’associazione Nazionale protezione animali ONLUS, vista la reazione che la terribile vicenda ha scatenato su varie piattaforme on line i Carabinieri della Compagnia di Mazara, tramite minuziosa attività di indagine, sono riusciti a risalire proprio al 44enne, quale autore dei gravissimi maltrattamenti, acquisendo tutto il materiale, dallo stesso pubblicato, sui social dove oltre al filmato del cane trascinato da un furgone, risultato a lui in uso, si ritraeva spesso in selfie con in mano pistole e munizionamento vario, suscitando l’ira di tantissime persone che hanno lasciato commenti di ogni tipo. Per tale motivo scattava nella giornata venerdì appena trascorso la perquisizione domiciliare dove l’uomo veniva trovato in possesso di: 1 arma da fuoco artigianale clandestina; nr. 80 cartucce a pallettoni calibro 12; nr. 113 cartucce a “salve” calibro 9 nr. 1 pistola a “salve” calibro 9 modificata “senza tappo rosso”; quanto rinvenuto, è stato posto sotto sequestro. Al termine formalità di rito, su disposizione dell’A.G., l’arrestato è stato tradotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari dove è rimasto fino all’udienza di convalida durante la quale è stata disposto l’obbligo di dimora nel comune di Mazara del Vallo e l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Contestualmente è stata sospesa l’erogazione del reddito di cittadinanza.
La vicenda - dicono i volontari dell'associazione animalista - «ci ricorda morti similari che abbiamo già denunciato in passato, come quella dei cani randagi Pluto a Fardella (Potenza) e Matteo a Priolo Gargallo (Siracusa), uccisi senza pietà allo stesso modo: legandoli con una corda all'auto in corsa». L'uccisione di animali è reato previsto dall'art. 544-bis del codice penale ai sensi del quale “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni”. Pene queste, che riteniamo un oltraggio alla vita. Animalisti Italiani provvedera' a sporgere denuncia alle autorità competenti
«Da tempo richiediamo al Governo, raccogliendo firme attraverso la nostra petizione “Pene più dure per chi maltratta gli animali”, l'inasprimento della legge. Non sono bastati Angelo, Pilù, Matteo, Pluto, Spike, Moro, Snoopy, Rocky, Ruth, Arturo e tanti altri fratelli animali massacrati dalla gratuita violenza umana. Qual era il nome di questa ennesima vittima innocente? Il suo nome probabilmente era Nessuno. E lo diciamo a ragion veduta, vista la considerazione che il nostro sistema riserva a questi nostri fratelli così speciali», dichiara Walter Caporale, presidente degli Animalisti Italiani.
Viene sollecitata una modifica delle leggi a tutela degli animali «con un adeguato inasprimento delle sanzioni e proibendo la diffusione di immagini e video come quello girato a Mazara del Vallo, perché il rischio emulazione è alto. Oggi, però, noi abbiamo il dovere morale di mostrarvi cosa è accaduto mostrandovi queste dolorose immagini. Non si dimentichi la stretta correlazione esistente fra crimini cosi' efferati e pericolosità sociale di chi se ne rende responsabile. Se riuscissimo a imparare dagli animali come si ama forse saremmo persone migliori».