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03/08/2021 06:00:00

Cos’è successo a Francesco? Il giallo delle ultime ore. S’indaga per istigazione al suicidio

Perchè, e come è morto Francesco Pantaleo? Cosa è successo nelle ultime ore di vita dello studente di Marsala trovato carbonizzato nel Pisano?
E’ stato ucciso o si è suicidato?

Sono tutte domande ancora senza risposta a più di una settimana dalla scomparsa e dal ritrovamento del corpo dello studente in Ingegneria Informatica dell’Università di Pisa. Nella città toscana, il 23enne marsalese, si era trasferito 4 anni fa, dopo aver conseguito la maturità a pieni voti al Liceo Scientifico di Marsala. In città da una settimana la comunità si interroga su ciò che sia potuto accadere a quello che tutti ricordano come un bravo ragazzo, con la testa sulle spalle, sorridente ma riservato.

Gli investigatori coordinati dalla Procura di Pisa stanno andando a ritroso nella sua vita, stanno cercando di ricostruire quanto successo nelle ore precedenti alla sua scomparsa. Perchè proprio in quelle ore lì ci sono molti misteri.

 

Francesco è scomparso da casa sabato mattina, il suo corpo trovato domenica nelle campagne di San Giuliano Terme, nel Pisano. Un corpo carbonizzato, che è stato possibile identificare solo attraverso l’esame del Dna, anche se gli investigatori avevano già dall’inizio la quasi certezza che fosse lui.

Ciò che è stato trovato non risolve i tanti dubbi e i punti oscuri di questa macabra vicenda. Nessuna traccia che possa fornire prove di un omicidio. Il corpo di Pantaleo presentava un taglio all’altezza del collo, ma gli investigatori ipotizzano che possa essere stato causato dal cedimento dei tessuti durante la combustione. La tac ha escluso però ferite o altri segni di colluttazione
Sul luogo in cui è stato trovato il cadavere nessuna traccia di auto o altri mezzi, cosa che escluderebbe che qualcuno possa aver ucciso Francesco e portato lì il corpo per incendiarlo. Ma non ci sono neanche inneschi, nessun contenitore per liquidi infiammabili, niente accendini, solo i segni lasciati dalle fiamme.


I cani molecolari hanno annusato tracce del ragazzo al binario 3 della piccola stazione di San Rossore. Perchè era lì?
Quando ci è andato? Sono domande, anche queste senza risposta.

 

Non essendoci tracce evidenti di omicidio i pm indagano per istigazione al suicidio. E’ qui è fondamentale ricostruire le ultime ore di Francesco e quali segreti lo turbavano a tal punto da compiere l’insano gesto, o ancora se qualcuno abbia portato il giovane a togliersi la vita.
Francesco ha lasciato a casa il telefono cellulare, le carte bancomat, gli occhiali da vista, e un pc dal quale, pare, siano stati cancellati dei file. La sua camera, in un appartamento che condivideva con due ragazzi, è stata sequestrata, e proprio sul pc di stanno facendo tutte le analisi del caso. Una vera e propria indagine sul pc potrebbe recuperare la cronologia e i file cancellati, ma si indaga anche sul web per capire se ci siano stati contatti con qualcuno.
La procura in questo senso chiederà ai consulenti di scandagliare soprattutto la navigazione sul web e anche le chat di un videogioco di combattimento con il quale il 23enne giocava online molto spesso. Il gioco è stato rimosso dal computer.

 

 (Il luogo del ritrovamento)

 

Si stanno verificando anche le immagini delle telecamere di sicurezza piazzate nel tragitto che avrebbe fatto Francesco.

L’ipotesi più accreditata è quella delle difficoltà nel percorso accademico di Francesco, che avrebbe nascosto alla famiglia. Difficoltà non irrecuperabili però, perchè Francesco aveva sostenuto esami con ottimo profitto. Ma diversi esami fondamentali del suo corso di laurea non erano stati sostenuti. Anche la famiglia, prima del ritrovamento del cadevere, ha ipotizzato che il suo allontanamento dipendesse da problemi nello studio. Nulla di grave sembrava. “Qualsiasi cosa la risolviamo insieme, in famiglia, torna a casa”, dicevano disperati papà Tonino, dipendente di un albergo a Marsala, e mamma Franca, infermiera. A loro aveva detto di aver fissato la data di discussione della tesi. Non era vero. E che qualcosa lo turbava la mamma, che come tutte coglie ogni sfumatura di tensione dei figli, l’aveva capito. “Lo sentivo stanco”. Il giovane agli amici di Marsala aveva detto “torno presto” qualche giorno fa. Poi la tragedia.