L'Italia è in fiamme. Non solo nello Stivale, anche Grecia e Algeria stanno affrontando la tragedia d'Ignis. Realmente sta accadendo ciò che si verifica annualmente, gli incendi stanno devastando la nazione da nord a sud. Le regioni più interessate sono: Campania, Sardegna, Molise, Emilia Romagna, Abruzzo, Puglia e non poteva mancare la Trinacria. Puntualmente ci s'interroga sui motivi di tale scempio. La risposta è quasi sempre la stessa: la mano dell'uomo.
Mafiosi, pastori, piromani seriali ecco chi brucia i boschi e non solo del Sud. Pastori, come quelli condannati a Santa Maria Capua Vetere qualche tempo fa e beccati a dare alle fiamme i campi per rinnovare l'erba. Sono agricoltori imprudenti, che bruciano sterpaglie e poi non controllano il fuoco. Sono i precari del settore della forestale, che sperano di avere più lavoro dando fuoco a tutto. Sono i pazzi e gli stupidi, sì perché anche questi non mancano, che amano il fuoco. Ma c'è anche dell'altro, almeno questo è il sospetto degli inquirenti che indagano su organizzazioni criminali che poi vogliono utilizzare i terreni come discariche abusive.
La mafia dei pascoli, che impone la sua legge ai proprietari che non vogliono cedere in affitto i terreni sui quali poi l'Unione europea fa scendere una pioggia dorata di contributi, la mafia che reagisce alla stretta sulle concessioni dei terreni demaniali dopo la firma del protocollo che obbliga ad avere la certificazione antimafia, oltre l'immancabile speculazione edilizia. Arde il mondo del lavoro dopo l'ennesima tragedia della morte di un operaio edile a Foggia, uno agricolo a Chieti, di un'altra anima addetta alla manutenzione in provincia di Bergamo.
I decessi di quest'anno sono stati 539, una strage. È indiscutibile che gli standard di sicurezza siano bassi, per la mancanza di controlli, gli ispettori sono poco di più quattromila, con questi numeri un'azienda con dipendenti avrà una verifica ogni 11 anni. Caso diverso sarebbe quello di Laila donna morta in provincia di Modena, potrebbe essere stato disattivato il dispositivo automatico di sicurezza, rammenta il Mottarone, allora furono gli avventori a perire in nome dei guadagni e la responsabilità non è un'esclusiva della crisi pandemica, accadeva anche prima.
Su un fronte non del lavoro e neanche nostrano il fuoco delle armi si è rianimato in Afganistan. Dopo 20 anni gli Stati Uniti hanno deciso di lasciare la nazione, l'operazione iniziata il maggio scorso dovrebbe terminare l'11 settembre c.a. I talebani da quel momento si sono rimessi alla riconquista della nazione e certamente non stanno rispettando i "diritti umani". La Nato invita gli originari studenti delle scuole coraniche poi diventati movimento politico e militare a porre fine agli attacchi e a partecipare ai colloqui di pace in "buona fede".
Il ritiro delle forze è stato deciso dall'ex presidente, Donald Trump. Insomma la dottrina dell'esportazione della democrazia di Bush è stata fallimentare. In tutte l'accezioni si aggiunge, come ha affermato il geologo Mario Tozzi quando arrivano i Canadair si è già perso.
Vittorio Alfieri