"Fermiamo la violenza contro le donne afghane", ai tanti appelli e alle raccolte firme che in queste ore si moltiplicano per salvare 3,5 milioni di donne togliendole dalle grinfie dei talebani, si aggiunge quello della "Casa di Venere", il centro antiviolenza di Marsala, che interviene sulla crisi afghana, con una nota della sua presidente Francesca Parrinello.
Qui la nota completa della Casa di Venere: "Dopo 20 anni di occupazione militare da parte delle truppe americane e della coalizione Nato, l'Afghanistan è caduto nel caos dopo l'annuncio del ritiro delle truppe. Con la nascita dello stato islamico dell'Afghanistan, le prime che pagheranno le conseguenze di questo saranno le donne. A Kabul le donne sono sparite dalle strade, per paura dei Talebani. Giungono notizie che da alcuni territori più distanti dalla capitale come Herat, alcune donne sono state fatte schiave dopo che i loro parenti sono stati uccisi dai talebani, o costrette a sposare i soldati come bottino di guerra. Sui corpi delle donne, si consumerà una guerra ideologica e religiosa, ma sopratutto di potere le violenze che subiranno o che stanno già subendo, saranno la rappresentazione della disfatta dell'umanità e della civiltà. Proviamo un grande senso di impotenza e frustrazione, un grande dolore per le nostre sorelle afghane, per tutte le bambine che non potranno più sognare un futuro e che non potranno frequentare scuole che non siano controllate dalla retorica islamista dei talebani. Ancora una volta la disfatta di un popolo ricade sul destino delle donne.
Non possiamo permettere che questo accade che la storia si ripeta (vedi la Persia, oggi Iran).
Il mondo intero non può far finta di nulla. Chiediamo che i nostri governanti facciano il possibile per aiutare il popolo afghano e sopratutto le donne a liberarsi dall'oppressione di questo regime totalitario e misogino, aprendo immediatamente corridoi umanitari che permettano alle persone di fuggire da questo inferno. Per tale ragione la Casa di Venere centro antiviolenza di Marsala, desidera coinvolgere le associazioni presenti sul territorio, per dare vita ad una manifestazione, scendendo in pazza a sostegno delle donne e del popolo afghano".