"Ciò che c'è non è tutto” , fu all’insegna di questo slogan che sei anni fa circa un gruppo di ragazze e ragazzi di Salemi, aderenti all’Associazione socio culturale “Peppino Impastato”, s’inventarono un evento che allora apparve un’utopia.
Tutto nacque dalla consapevolezza che, per ricreare nel territorio “quello che non c’e’”, occorre smetterla di rivolgere lo sguardo al passato o pigramente accontentarsi di cercarlo altrove.
“Nunc et nunc”, ora e subito, si saranno detti, spinti da un sano ottimismo della volonta’ oltre che a un forte spirito innovativo.
E’ cosi che nasce Carminalia (la felice crasi di, Carmine, l’omonimo teatro di Salemi di cui spesso ci si dimentica, e la desinenza “alia”che rimanda alle rappresentazioni teatrali dell’antica Roma delle quali era ben noto il valore sociale, pedagogico e, in certi casi, persino catartico come per le tragedie greche.
Le Utopie sono orizzonti che non si raggiungono mai dice Eduardo Galeano. E allora, l’utopia non serve? Serve, per continuare a camminare, risponde sempre lo scrittore uruguaiano.
E la rassegna teatrale Carminalia, che appariva come una utopia, di cammino ne ha fatto tanto.
Quest’anno si festeggia la sua sesta edizione. Un grande successo di pubblico la sera del 4 agosto nella suggestiva cornice dell’atrio del Castello normanno – svevo di Salemi.
Ad aprire la rassegna, L’Ammazzatore, con la straordinaria interpretazione di Salvatore Nocera e Rosario Palazzolo, diretti da Giuseppe Cutino e coadiuvati da Simona Sciarrabba.
Un dramma esistenziale di un killer, Ernesto Scossa, a cui viene “impedito” di vivere una vita normale, libera e autonoma. Nella vita di quelli come Scossa c’è sempre chi tira le fila del loro destino e poco importa il luogo di nascita, che per Ernesto si tratta di Palermo che ti segna prima che tu venga al mondo. Ma il luogo e’ solo un pretesto drammaturgico. Si tratta di un male di vivere universale, sotto ogni latitudine. In un inestricabile gioco a due voci i due attori, che poi sono due facce di una medaglia, accompagnano gli spettatori tra i meandri di una vita disperata e segnata da forze più grandi di dei due protagonisti. Una visione angosciante della vita, senza speranza, segnata da un Dio implacabile che non ti lascia scampo. Che muove i fili della tua esistenza disperata e disperante.
La kermesse propone rappresentazioni di alto livello. Continuerà martedì 24 e mercoledì 25 agosto, sempre alle 21.15 nell’atrio del Castello di Salemi.
Andranno in scena Letizia Forever e Totò e Vicè.
Due altre grandi prove attoriali di alta scuola protagonisti nuovamente i mattatori di questa sesta edizione della rassegna, ossia Salvatore Nocera in Letizia Forever, diretto dallo stesso Rosario Palazzolo.
“Letizia forever” e’ una donna che racconta la propria esistenza, un’esistenza fatta di soprusi, di ignoranza, di rocambolesche peregrinazioni emotive, è una donna sgrammaticata, esilarante, poetica, semplice e complicatissima, dal linguaggio dirompente, assolutamente personale, intriso di neologismi, che diventano caricaturali non appena prendono di mira l’instabile certezza dei luoghi comuni.
Mentre “Totò e Vicè” sono due straordinari personaggi nati dalla penna di Franco Scaldati; nati e vissuti in un tempo altro, legati nell’anima da un’amicizia reciproca e assoluta, vivono di frammenti di sogni, sempre in bilico tra terra e cielo, in un tempo imprendibile, in una città dalla notte eterna, dove passato e futuro coincidono in un presente infinito.
E’ diretto da Giuseppe Cutino, gli inerpeti: Anton Giulio Pandolfo, Rosario Palazzolo, Egle Mazzamuto e Sabrina Petyx.
Due spettacoli di grande rilievo, come dicevamo. Assolutamente da vedere.
Può davvero essere orgoglioso, Nicola Mezzapelle, a dispetto della sua giovane età, l’anima storica dell’Associazione Peppino Impastato, di essere stato tra i protagonisti di questa avventura politico culturale.
Sono iniziative queste che meritano il riconoscimento sia da parte del pubblico sia da parte delle Istituzioni.
Essere giunti alla sesta edizione non e’ cosa da poco. Segna un traguardo importante, ma anche un nuovo punto d cui ripartire per raggiungere mete sempre più ambiziose.
Ponendosi, ad esempio, l’obiettivo dell’istituzionalizzazione della rassegna teatrale “Carminalia”, a prescindere dal colore politico dell’Amministrazione comunale pro tempore.
Una rassegna non come evento effimero, ma un immancabile appuntamento annuale, un punto di riferimento certo per gli amici del teatro di tutta la provincia, e non solo.
Utopia? Perché no? Ma senza si essa non si va avanti.
Franco Ciro Lo Re