Se il problema delle acque di fogna che finivano su una delle spiagge libere del centro di Marinella di Selinunte è stato risolto (ne abbiamo scritto QUI e QUI), quello dei reflui sull’arenile ai piedi del depuratore, invece c’è ancora (trovi gli articoli QUI e QUI). L’impianto rischia di precipitare in mare e c’è nei pressi il divieto di balneazione e pesca, oltre all’interdizione della navigazione da parte della Capitaneria di Porto.
Dall’ufficio tecnico del comune, qualche giorno fa, ci hanno detto che si tratta di refluo depurato.
Abbiamo chiesto se ne fossero proprio sicuri. “Sì, lo smottamento ha prodotto un danno all’ultimo pozzetto del depuratore, quello che riceve le acque depurate”.
Lo smottamento franoso è stato comunicato dalla società che gestisce il depuratore (Ecotecnica) soltanto lo scorso 23 agosto. Peccato però che lo sversamento sulla spiaggia, ai piedi dell’impianto, sia lì almeno da fine luglio, continuando ad oggi ad inquinare senza sosta il mare di Selinunte.
Sì, perché quella non è affatto acqua depurata, ma puro liquame fognario.
Tutto comincia il 7 maggio scorso, quando la ditta fa sapere che il depuratore ha avuto un guasto e che per ripararlo occorreva scaricare direttamente in mare i reflui non depurati. Il sindaco emette allora un’ordinanza di divieto di balneazione e pesca, esteso ad un raggio di 300 metri dal punto di scarico.
I lavori si sarebbero protratti per alcuni giorni. La nota trasmessa dall’Ecotecnica non fissa nemmeno una data di massima: alcuni.
Ma passa tutto maggio e i lavori, che non sono ancora terminati, vengono sospesi all’inizio di giugno, vista l’imminente stagione estiva.
Nell’ordinanza del sindaco del 10 maggio si legge però che “il perdurare dell’evento di guasto comporta la non regolare funzionalità dell’impianto che, in assenza nell’immediato di un intervento risolutivo, potrebbe in seguito causare l’interruzione del servizio, arrecherebbe danni patrimoniali certi e gravi all’Ente, nonché creerebbe problematiche di tipo igienicosanitarie ed ambientali”.
E’ ragionevole pensare che l’intervento “risolutivo” non ci sia stato, dal momento che i lavori sono stati sospesi? E sono stati influenzati dallo smottamento comunicato il 23 agosto?
Inoltre, come riesce un depuratore progettato per un’utenza di 12 mila persone a funzionare bene anche tra luglio ed agosto, quando le persone diventano 40 mila?
Infine, il mistero delle acque bianche.
Ormai, lo sanno tutti che sono indistinguibili da quelle nere. Nel 2013, dopo la nostra inchiesta sul depuratore, l’allora sindaco Felice Errante aveva annunciato di aver convogliato anche quelle nell’impianto di depurazione. Così, “in via prudenziale”.
Insomma, il depuratore che, come si diceva, è stato progettato per ricevere le acque nere di 12 mila persone, in piena stagione estiva riceverebbe le nere e le bianche di 40 mila.
Il tutto, mentre sta in equilibrio su un costone di argilla.
Certo, è indubbio che occorra intervenire. Se succedesse il peggio, con il crollo anche parziale della struttura, il sindaco sarebbe costretto a firmare un altro tipo di ordinanza: l’evacuazione dell’intera borgata.
Egidio Morici