Le donne ammazzate dagli uomini nel 2021 sono ad oggi 41, l'ultima vittima è stata Vanessa Zappalà, ad Aci Trezza.
Morti annunciate, l'uccisione è l'ultimo atto di una serie di le tutte percosse, pedinamenti, violenze verbali e psicologiche, violenza fisica.
Una escalation che si conclude con una scia di sangue. Il fenomeno è ovvio che va combattuto ma è ancor più necessario gettare le basi, oltre che culturali, di misure più restrittive contro chi viene denunciato per maltrattamenti e stalking.
La persecuzione diventa morte certa, perché quell'uomo denunciato non demorde: ucciderà la donna al suono di “o con me o morta”.
Si tratta di uomini che hanno dei problemi importanti di gestione della rabbia, della perdita, dell'abbandono, della fine di una relazione. Problemi che non possono essere risolti dalla mamma, dalla moglie o fidanzata ma che devono seguire un periodo lungo di terapia.
Un bollettino che fa accapponare la pelle e che deve farci scattare in piedi, servono urgentemente dei percorsi educativi al rispetto dell'individuo, della diversità, dell'accettazione delle idee, delle scelte. Serve un percorso di infanzia sentimentale, che dovrebbe essere inserita come materia già nelle scuole dell'infanzia.
Vanessa ha mostrato il suo coraggio e ha denunciato, voleva essere una donna libera, perché spesso senza soldi la donna resta a casa, succube di un uomo che perpetua anche la violenza economica. E allora è necessario dotare le donne di strumenti, anche temporanei, che la rendano capace di allontanarsi da quelle mura.
Il reddito di libertà potrebbe essere uno strumento adeguato, anche se non sufficiente, unito a dei percorsi di formazione e di protezione.
L'ultima legge di Bilancio ha previsto 3 milioni di euro, con assegno mensile di circa 400 euro alle donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza.
E' difficile e lungo il percorso che porta alla libertà non solo economico ma di pensiero, specie per chi ha subito anni di violenza, ma non è un percorso impossibile.
Dalla violenza si viene fuori se si crede in se stesse, nella vita che può rinascere senza mai farla dipendere da un uomo.
E' imbarazzante la panchina rossa in memoria di Vanessa Zappalà che il sindaco di Motta Sant'Anastasia, Anastasio Carrà, ha voluto con una targa che recita: “Il valore di un uomo lo vedi nel sorriso della donna che ha accanto".
Non è l'uomo che fa la differenza nella vita di una donna, non è l'uomo che deve provocarne i sorrisi o peggio ancore le scelte. La felicità di una donna non dipende da un uomo, prima questa regola la si accetta e prima può avere inizio questo percorso di rimodulazione.
Una donna è una persona che vive e si autodetermina senza attendere che un uomo faccia la differenza ma, semmai, la rispetti e ne sia orgoglioso.
La strada è ancora davvero lunga ma in questo cammino le donne hanno solo una grande sfida: fare squadra tra di loro.