A Petrosino si ritorna a parlare di tartarughe, ma questa volta la questione è seria. Dopo i due avvistamenti sulla spiaggia di Biscione l’8 e il 27 luglio di due tartarughe della specie Caretta caretta, che hanno tentato di nidificare ma senza riuscirci, ecco che in data 25 agosto 2021 intorno alle ore 22 alcuni ragazzi scoprivano un nido con numerose tartarughine in uscita dalla sabbia.
Veniva attivato il WWF network Tartarughe marine insieme al Nucleo Guardie WWF di Trapani che provvedeva alle comunicazioni necessarie nonché a realizzare un corridoio per facilitare l'ingresso in acqua.
Numerosi volontari si sono attivati per garantire che nei giorni successivi le tartarughe raggiungessero subito il mare e non le fonti luminose artificiali presenti in loco in considerazione del fatto che la spiaggia in questione è adiacente la piazza dove la sera si incontrano centinaia di giovani e adulti con un notevole via vai di auto.
In tutto oltre alle 21 tartarughe viste, dopo lo scavo del nido sappiamo che le uova in totale erano 72, quelle schiuse 26, il resto 46 non si sono sviluppate.
Un ringraziamento va agli enti preposti: la Capitaneria di Porto di Marsala, la Ripartizione Faunistica Venatoria di Trapani, il Comune e la Polizia Municipale di Petrosino,
ed in particolare al Circolo di Legambiente Marsala-Petrosino, all’Associazione nazionale Vigili del Fuoco in congedo e soprattutto a tutti i volontari che in questi giorni hanno perso ore di sonno per dedicarle a questa specie che è a rischio di estinzione.
La tartaruga marina è tra i tesori più preziosi del nostro mare. Delle 7 specie di tartarughe marine che vivono nei mari di tutto il mondo, la Caretta caretta, la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) frequentano anche il Mediterraneo, dove ogni anno si riproducono.
Di notte, in una buca preparata con cura nella sabbia, la femmina adulta depone un centinaio di uova. Dopo circa due mesi dalla deposizione, appena nate, le piccole tartarughe raggiungono la superficie e corrono freneticamente verso il mare, dove nuotano ininterrottamente anche per tre giorni, in modo da raggiungere al più presto il mare aperto.
Le tartarughe marine sono considerate a rischio di estinzione e la causa principale è l’impatto con le attività umane, alla pesca accidentale vanno aggiunte le migliaia di tartarughe che ingoiano sacchetti di plastica scambiandoli per meduse.