Ormai finite le ferie estive, riparte già dal primo settembre, in Tribunale, a Marsala, la nuova stagione dei processi.
E tra i più rilevanti in programma per oggi ci sono quello che per usura vede imputato il mazarese Michele Lungaro (nel pomeriggio, è prevista la testimonianza del luogotenente Antonio Lubrano, ex capo della sezione di pg delle Fiamme Gialle della Procura) e per violenza sessuale su una giovane studente un bidello di una scuola media dell’entroterra marsalese (C.M., di 61 anni).
Con la deposizione di Lubrano il processo a Lungaro entrerà, di fatto, nel vivo. Michele Lungaro è accusato di avere concesso prestiti a tasso di usura ad un nipote (Antonino Falcone, il figlio della sorella), che quando si stancò di versare le somme che sarebbero state pretese in cambio, denunciò lo zio. Michele Lungaro è noto, a Mazara, come gestore di un centro di vendita all’ingrosso di calzature in una traversa di via Castelvetrano (un’attività che poi, a quanto pare, è stata intestata alla figlia). “Avrai pane per i tuoi denti” avrebbe detto lo zio al nipote quando questi gli disse che non gli avrebbe dato altro denaro. A difendere l’imputato sono gli avvocati Cavarretta e Vento, mentre legali di parte civile per l’accusatore, Antonino Falcone (figlio di una sorella di Lungaro), sono Arianna Russo e Simone Bonanno. Lubrano verrà ascoltato sull’attività d’indagine svolta sul caso quando era responsabile della sezione di pg delle Fiamme Gialle della Procura di Marsala. All’inizio del 2017, fu incaricato dal sostituto procuratore Antonella Trainito di sentire Falcone, che alcuni mesi prima, nell’aprile 2016, si era presentato ai carabinieri di Marsala per denunciare lo zio.
E alla sezione di pg della Guardia di finanza la presunta vittima di usura avrebbe confermato le accuse contenute nella denuncia presentata all’Arma. Nella querela, Antonino Falcone spiegava che dal 2001 gestiva, insieme alla moglie, una rivendita di tabacchi a Mazara e che per rilevare tale rivendita stipulò un mutuo con una banca. Poi, dopo tre o quattro anni, incontrando difficoltà economiche, stipulò un nuovo mutuo con un altro istituto di credito, estinguendo il primo mutuo. Successivamente, nel 2003, nonostante i ricavi dell’attività andassero “discretamente”, ebbe altre difficoltà economiche. E chiese un prestito allo zio. Il 7 settembre, invece, si tornerà in aula con il processo di mafia “Annozero” (blitz del 19 aprile 2018) che ha visto coinvolti presunti mafiosi e fiancheggiatori di Cosa Nostra nel Belicino. Sarà ascoltato l’ex questore Renato Cortese. Tra i principali imputati del processo, ormai in dirittura finale, anche Gaspare Como, uno dei cognati del superlatitante Matteo Messina Denaro. Per l’accusa, Como sarebbe stato delegato ad un ruolo di vertice in seno alla “famiglia” di Castelvetrano.