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02/09/2021 02:00:00

L'odio, i vaccini e il Green Pass

 L'odio. È un sentimento umano che desidera la distruzione, siano oggetti, esseri viventi o umani avversati. Si ricorda un leitmotiv del lockdown del marzo 2020, quando si cantava sui balconi, era l'idea che la pandemia ci avrebbe reso migliori. Auspicio naufragato immediatamente, forse l'imbarcazione non è mai salpata. L'astio si manifestò quasi subito verso pensionati e dipendenti, soprattutto su quelli pubblici, ritenuti privilegiati, chat su telegram: "Basta Dittatura". In un fotomontaggio sul banco degli imputati del processo di Norimberga ci sono tutti fautori del vaccino: Mattarella, Draghi, Figliuolo, Galli, Arcuri -predecessore di Figliuolo -Bassetti, Burioni e Parenzo. Il paragone - non Gianluigi, no vax - è lampante.

Appartengono alle categorie di: politici, tecnici, virologi, immunologi e giornalisti. Proprio l'informazione è stata aggredita. Tp24 per fortuna solo verbalmente. Lo stesso non è accaduto al giornalista videomaker Francesco Giovannetti assalito a Roma al sit-in di protesta contro il Green Pass dinnanzi al Miur e minacciato del taglio della gola, in quanto appunto giornalista. Il paradosso? L'aggressore è del personale della scuola, per buona sorte non è un docente. Dello stesso tenore il commento dell'eurodeputa leghista, candidata al consiglio comunale di Marsala nel 2020, che ha commentato con un tweet la frase di un medico sostenitore della vaccinazione antiCovid che recitava "il vaccino rende liberi" in questi termini "ricorda qualcosa? se volete agevolo la traduzione in tedesco". Chiaro riferimento al motto all'ingresso dei lager teutonici: "Arbeit macht frei" ossia "il lavoro rende liberi", l'Auschwitz Memorial: "la strumentalizzazione di questo simbolo per argomentare contro la vaccinazione che salva la vita umana, è un triste sintomo di declino morale e intellettuale".

La signora è un cervello in fuga all'estero di cui si farebbe volentieri a meno. Minacce di morte hanno subito sempre Bassetti, inseguito fin sotto casa e salvato dell'intervento della Digos, Di Maio a cui è stato detto "devi crepare", Bonaccini e Prodi. Su Telegram, software di messaggistica sul quale si è costituito un gruppo "Basta Dittatura ", il veleno è tracimante. A Sileri, attualmente sottosegretario di stato alla Salute, oltre agli avvertimenti di premorienza e l'epiteto di "assassino maledetto", un medico, sì, un laureato in medicina e chirurgia, lo ha definito "mongoloide", a proposito di odio.

Vittorio Alfieri