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15/09/2021 08:00:00

Mafia, la Cassazione annulla la confisca dei beni al "re" dei detersivi Sammaritano

La Corte di Cassazione ha annullato il decreto di confisca nei confronti di Giuseppe Sammaritano e nei confronti dei suoi familiari emesso dalla Corte di Appello di Palermo lo scorso anno.

La confisca era maturata sulla supposta appartenenza all’associazione mafiosa proprio del Sammaritano, classe 53, noto imprenditore siciliano nel settore dei detersivi e del commercio. I beni confiscati di ingente valore economico - tra cui le società Siciliprodet, F.lli Sammaritano e Max Gros, aziende agricole e vari fabbricati - erano pertanto stati affidati all’amministrazione giudiziaria già in sede di sequestro.

La seconda sezione della Cassazione, accogliendo il ricorsi degli avvocati Pier Paolo Del'Anno, Baldassare Lauria e Salvatore Taverna, ha ordinato un nuovo processo di appello.

Il decreto della Corte di Appello di Palermo, secondo la sentenza della Cassazione è stato emesso in violazione di legge in ordine ai presupposti legali della confisca di prevenzione.

“Giuseppe Sammaritano non è mai stato un imprenditore mafioso, al contrario è stato vittima della mafia - le parole degli avvocati  -. La Corte di appello di Palermo aveva ritenuto la contiguità del medesimo con alcuni esponenti mafiosi nella metà degli anni 90, a nostro avviso immotivatamente, senza specificare quali fossero realmente le attività illecite svolte dal Sammaritano stesso, nei confronti del quale l’unica indagine per associazione mafiosa è stata archiviata per mancanza del benché minimo elemento indiziario. Quella confisca era una sorta di espropriazione generale senza alcuna base legale, ci aspettiamo adesso un processo più equo”.