Fatta la legge, trovato l’inganno.
E l’inganno per poter costruire nelle zone del centro antico di Castelvetrano e di Marinella di Selinunte sarebbe contenuto in un comma: il 3.4 dell’articolo 22 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore della città.
E’ quanto rileva l’ingegnere Pietro Di Gregorio del presidio locale di Italia Nostra che, in una nota inviata al comune e alla Soprintendenza di Trapani, chiede che si faccia un consiglio comunale per cancellarlo.
In sostanza, il comma 3.4 consentirebbe l’intervento edilizio nei lotti liberi, attraverso l’applicazione di determinati indici.
Nella nota di Italia Nostra viene ricordato che questo comma “non fu predisposto dall’Ufficio Piano, ma fu approvato attraverso un emendamento presentato in Consiglio Comunale.
Attraverso questo comma – spiega l’associazione - le zone A2 del Centro Antico di Castelvetrano e A3 del Centro Antico di Marinella, sono state devastate, consentendo interventi diretti di nuova edificazione nelle aree libere o per meglio dire nelle aree che si rendevano libere dopo una demolizione molto discutibile dell’antico immobile preesistente nell’area”.
Una contraddizione, si legge ancora nella nota, evidenziata da una sentenza del TAR del 2017, relativa al ricorso nei confronti della Desi Group s.r.l. per l’immobile realizzato a Marinella di Selinunte. “I costi della demolizione dell’ecomostro di Marinella – scrive ancora Italia Nostra - che prima o poi dovrà essere fatta, per rispettare la sentenza del T.A.R., non gravano sul Comune di Castelvetrano solo perché l’immobile è stato confiscato per mafia e si trova attualmente nel possesso del Demanio”.
Ecco perché questa contraddizione dovrebbe essere risolta “pena un possibile danno , anche economico , per la città”.
Per legge, ricorda l’ingegnere Di Gregorio nella nota, “I centri storici dei comuni dell’Isola sono beni culturali, sociali ed economici da salvaguardare, conservare e recuperare mediante interventi di risanamento conservativo”.
EM