Continue telefonate e persino pedinamenti. Forse, per metterle paura e non farla parlare. Ne ha parlato, in Tribunale, a Marsala, la donna che per prima ha raccolto il racconto della dodicenne marsalese che sarebbe stata vittima di molestie sessuali da parte di un bidello della sua scuola. Per altro, anche amico di famiglia.
La donna ascoltata dai giudici è la zia della ragazzina. Quest’ultima si confidò con lei probabilmente perché si vergognava a farlo con i genitori. Nel processo è imputato, per violenza sessuale, il 61enne C.M., bidello nella scuola frequentata dalla 12enne. A difendere il bidello è l’avvocato Alessandro Carollo. In aula, la zia ha confermato le accuse. I genitori rimasero sconvolti, quasi increduli, quando la figlia confermò loro quanto riferito dalla cognata. Fu, quindi, presentata denuncia ai carabinieri. E il bidello, sposato e con figli, fu posto agli arresti domiciliari. Era il 23 settembre 2020. Teatro dei fatti contestati non è stata, comunque, la scuola, che è in una borgata di Marsala, ma un vecchio casolare nelle campagne dell’entroterra tra Marsala e Mazara del Vallo, dove il collaboratore scolastico avrebbe condotto la giovane, figlia di amici di famiglia, con la scusa di andare a raccogliere funghi. Davanti al casolare, però, l’avrebbe invitata a fare sesso con lui, tentando di abbassarle i pantaloni. Quindi, al rifiuto della giovane, impaurita e sotto choc, si sarebbe masturbato. L’indagine, condotta dai carabinieri, è scattata ai primi del 2020. Emerse anche che, per paura probabilmente di ritorsioni, la ragazzina avrebbe anche detto alla sorella maggiore di volersi uccidere.
A fine novembre 2020, poi, la giovane confermò le accuse nel corso di un incidente probatorio davanti al gip Francesco Parrinello. Nel processo, la presunta vittima e suoi familiari sono costituiti parte civile, con gli avvocati Vincenzo Forti e Tommaso Massimo Maggio. Al loro fianco anche l’associazione “Casa di Venere”, rappresentata dall’avvocato Roberta Anselmi.