Cattivi maestri. In molti luoghi della nostra nazione la mentalità mafiosa, la mafiosità direbbe Salvatore Inguì, si insinua nel modo di pensare comune.
Il pensiero si respira nelle relazioni, nelle parole e nei silenzi delle città, da cui nasce consenso per le cosche. Le regole «educative» criminali si impongono nelle comunità locali attraverso gli insegnamenti appunto di cattivi maestri che agiscono con il potere della forza,della violenza, e generano proselitismo.
Una «didattica mafiosa» si può contrastare, è ovvio tedioso,solo con un’educazione alternativa. Purtroppo la nostra terra fatica ad estirpare questo cancro, la terapia è conosciuta: istruzione e lavoro. Altri malefici insegnanti li abbiamo trovati nella classe politica.
La storia del 20° secolo ci ha narrato di personaggi quali, Hitler, Mussolini, Stalin, Mao Tse-tung che esplicitò la sua pedagogia nella Rivoluzione Culturale. Per la chiesa cattolica una guida perfida fu il filosofo frate domenicano Giordano Bruno, reo di pensare che Dio sia trascendente e immanente -perchè è il principio di tutto- di avere negato la transustanziazione, l'incarnazione e la Trinità, criticato le sacre scritture, per le sue idee fu condannato al rogo in campo dei Fiori a Roma in quanto eretico.
Giovanni Paolo II non lo riabilitó, ma condannò la coercizione e l'uso di metodi violenti, perché l'istruzione evangelica predica altro. Stessa sorte ebbe precedentemente Giovanna D'Arco, successivamente proclamata Santa. Gallileo Gallilei abiurando evitò il falò. Empio istruttore fu l'Inquisizione. In queste ore la locuzione è di facile applicazione a Salvini, ma non si può non notare il doppiopesismo tra il suo ex spin doctor Morisi e Stefano Cucchi.
A Capo Lilibeo lo sono i trasformisti della politica buoni per ogni sindaco.
I ceti dirigenziali attuali di qualsiasi genere che desiderano e amano i sudditi e non persone pensanti, si può affermare che quest'ultimi: "i vassalli non li fanno neanche ai figli" e chi li desidera sono: "Cattivi Maestri"
Vittorio Alfieri