La gogna mediatica. In questi giorni elettorali è a pieno regime, la pratica diffusa è intollerabile, adesso tocca a Mimmo Lucano, ma lui non è Luca Morisi o l'eurodeputato di FdI Carlo Fidanza. L'ex sindaco di Riace è stato condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi, l'accusa aveva chiesto 7 anni e 11 mesi. Una differenza notevole, sproporzionata, ma non è il doppio come affermato nei commenti post sentenza, un anno e 8 mesi da trascorrere se dovesse essere confermata negli altri gradi di giudizio privati della libertà equivalgono ad un altro reato. Leggendo alcuni affermati giuristi si prova a comprendere la "ratio" del giudizio. Essi hanno dichiarato: a pesare sulla quantificazione può essere stata la separazione di due diversi gruppi di reati aventi lo stesso fine, mentre i pm chiedevano di tenerli tutti insieme. Inoltre, l'entità del peculato potrebbe aver portato a una condanna superiore al minimo previsto, ma l'ex primo cittadino, come riconosciuto anche dal gip, non si è messo in tasca un soldo.
E l'accusa di aver combinato matrimoni, perché così facendo avrebbe favorito l'immigrazione clandestina, dall'accusa è stata revocata. Ma di cosa è stato ritenuto responsabile l’ex sindaco di Riace? E com’è stato possibile arrivare a una pena così alta? In attesa delle motivazioni – saranno depositate tra 90 giorni – il dispositivo insieme ai capi d’imputazione aiuta i tecnici fare qualche ipotesi. Assodato dalla procura che Lucano non ha intascato danaro per uso personale e aver esercitato l'insediamento illecito, le condanne invece sono arrivate per un lungo elenco di reati contro la pubblica amministrazione, la pubblica fede e il patrimonio: associazione per delinquere finalizzata a “commettere un numero indeterminato di delitti”, falso in atto pubblico e in certificato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d’ufficio e peculato.Nella loro richiesta, i pubblici ministeri li consideravano tutti uniti dal vincolo della continuazione, cioè “esecutivi di un medesimo disegno criminoso“.
Non si continua per non tediare con aspetti prettamente giuridici i lettori. Nel nostro ordinamento giuridico per reati quali stupro e la strage -vedi caso Traini- , il massimo comminabile è 12 anni. Insomma peggio di uno stupratore o stragista. Lucano non è Morisi perché la vicenda giudiziaria del guru del Carroccio non interessa, ma la politica si. Il "digital philosopher" in tal modo definito e omaggiato dai Salvini boys, faceva parte della segreteria leghista, in qualità di responsabile della comunicazione. Fare la morale a Lapo Elkann o Ilaria Cucchi -sorella di Stefano- sull'abominio per uso di droga e poi farne utilizzo, non è proprio una patente di verginità. Si Salvini, Luca è fragile, ma lo è Lapo, lo è stato Stefano deceduto in una caserma dei carabinieri per la cui morte due militari dell'arma sono stati condannati in appello a 13 anni per omicidio preterintezionale, 14 mesi in più di Lucano, in primo 2 sempre in più. Ma si è garantisti si attende la Cassazione.
Su l'eurodeputato di FdI, un'inchiesta giornalistica di Fanpage ha dimostrato che Fidanza durante la campagna elettorale per le amministrative di Milano 2021 a sostegno della candidata Valcepina, coniuga palesemente ideologie nazifasciste e xenofobe e si ipotizza di reati di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio, lo conferma l'apertura di una indagine della procura meneghina. Il tutto con la regia di un soggetto condannato per apologia del fascismo. Al netto dei fatti giudiziari, politicamente Lucano non è nè Morisi e nè Fidanza, e menomale. Il nazismo e fascismo lo ha sentenziato la storia meritano la Gogna Mediatica.
Vittorio Alfieri