Sono stati giorni di grande fibrillazione sul versante della caccia a Matteo Messina Denaro. Prima lo scoop di un possiible fotogramma che lo ritrae, poi le perquisizioni a Castelvetrano che hanno fatto pensare, addirittura, ad un suo arresto.
Per la stampa nazionale è un argomento ghiotto sul quale tuffarsi, per chi segue le cose da vicino, invece, c'è solo da fare spallucce. Il fotogramma del video che lo ritrare (se è lui) è di parecchi anni fa, non di adesso, e pertanto ha di suo già poco valore.
Le perquisizioni fatte dalla polizia a Castelvetrano e nel Belice sono invece rivolte ai soliti noti, come abbiamo raccontato su Tp24, alla ricerca di qualche traccia, di una pistola fumante. Perché la domanda è sempre quella: dov'è Matteo Messina Denaro? Dove si nasconde? E' qui in Sicilia occidentale, magari nel Belice? E' in Nord Africa? O in America?
Tutto lascia pensare che, se è vivo, Matteo Messina Denaro non possa essere molto lontano, e che questo territorio sia la sua forza e il suo nascondiglio. Ed è anche vero che ci sono molte fibrillazioni. Chi segue le vicende di mafia sa che i passaggi epocali, dall'arresto di Riina a quello di Provenzano, per esempio, hanno sempre coinciso con altri momenti della storia recente italiana. E insomma, l'avvicinarsi del trentennale, del 2022, delle stragi mafiose di Capaci e di Via D'Amelio, fa pensare che più di un ufficio investigativo, tra i tanti che gli danno la caccia, hanno magari in mente di assicurare il capomafia di Castelvetrano alla giustizia, proprio in occasione dell'anniversario.
Cominciamo dalle immagini: il Tg2 ha mostrato un video dove si mostrerebbe Messina Denaro a bordo di un suv Mitsubishi Pajero, nel 2009. Il video è ripreso da una videocamera nascosta in strade sterrate del Belice, ma sul lato in provincia di Agrigento, nella zona di Pietro Campo. Siamo a Santa Margherita Belice. C'è stato grande clamore sulla vicenda, ma va detto che si tratta di un fotogramma dal quale è difficile capirci qualcosa, che è comunque un'immagine del 2009, e che è vero che gli investigatori l'avevano considerata come una possibile traccia del boss, ma ormai tempo fa, anche perchè sulla certezza del fatto che quello sia Messina Denaro in molti sono scettici. Insomma, la parola d'ordine è: "Cautela".
Resta il dato di fatto che l'agrigentino è uno dei posti dove cercare il boss. Lo sapeva benissimo Teresa Principato, oggi magistrato della Dna, che era convinta che fosse in stretto contatto con il boss Leo Sutera, di Sambuca, che raccoglieva i pizzini del boss in un casolare di Contrada Miccina. Gli investigatori cominciarono a pedinarlo, speranzosi, non sapendo che nel frattempo altri investigatori stavano procedendo ad un'operazione, nel 2012, che portò poi all'arresto di Sutera, facendo saltare i piani.
Ha destato grande attenzione in Italia anche la notizia delle perquisizioni effettuate dalla polizia tra giovedì e venerdì. Anche in quel caso, bisogna un po' raccontare le cose come stanno: si tratta di un'operazione di routine degli organi investigativi, che periodicamente agiscono nel giro dei conoscenti e dei parenti di Messina Denaro alla ricerca di qualche "pistola fumante". E' uno dei due pilastri su sui si poggia la ricerca del latitante, l'altra direttiva è costituita dal progressivo sequestro per mafia di tutti i beni riconducibili alla sua famiglia. Il giro di perquisizioni non ha portato, dicono alcuni investigatori, a grossi riscontri. Si cercavano eventuali indizi su alcuni canali di comunicazione attivi con il latitante che ormai da alcuni anni ha fatto davvero sparire le sue tracce.
Eppure le cose più interessanti su Matteo Messina Denaro non sono nè i fotogrammi che lo ritraggono nè le perquisizioni, ma quello che sta avvenendo sempre in provincia di Agrigento, dove Angela Porcello, avvocato, arrestata nell'operazione Xydi, ha deciso di raccontare quello che sa. Per lei l'accusa è di essere stata suggeritrice del suo compagno, Giancarlo Buggea, che ha una condanna per mafia, ed è vicino agli ambienti familiari di Messina Denaro.
Porcello ha detto delle cose interessanti: che il suo compagno e Messina Denaro si conoscono da almeno 30 anni, che è amico stretto di Luca Bellomo, il nipote, che è di Canicattì come loro, e poi ancora di aver conosciuto pure Francesco Messina Denaro, "Don Ciccio", il padre di Matteo. Lei stessa si dice amica di Lorenza Guttadauro, figlia della sorella di Messina Denaro. Secondo Porcello il suo fidanzato addirittura sapeva chi proteggeva la latitanza del boss. La Porcello vorrebbe la patente di collaboratrice di giustizia, ma i pm hanno bloccato la sua richiesta: "Non emergono elementi di novità, completezza e rilevanza rispetto a quanto già accertato e, quindi, non ci sono i presupposti per un percorso di collaborazione".
Parlando di donne e mafia, nell'elenco delle persone colpite dal provvedimento di perquisizione della Squadra Mobile di Trapani e del Servizio centrale operativo di venerdì scorso c'è anche Laura Bonafede, 54 anni. E' la figlia di Leonardo Bonafede, capomafia di Campobello di Mazara, scomparso l'anno scorso. Ed è moglie di Salvatore Gentile, in carcere con diverse condanne all'ergastolo dal 1996, perchè ritenuto killer di fiducia di Matteo Messina Denaro.