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11/10/2021 06:00:00

"Non mi lasciano vedere più mia sorella, segregata". La denuncia di Gianfranco Becchina

 "Non mi lasciano vedere più mia sorella". E' la singolare denuncia di Gianfranco Becchina. Imprenditore di Castelvetrano, noto per il suo olio d'oliva che esporta in tutto il mondo, mercante d'arte, Becchina si è dovuto spesso difendere dagli articoli di stampa che lo legano alla mafia belicina ed ai Messina Denaro.

Attualmente per Becchina è in corso il sequestro dei beni, anche se lui ha sempre respinto tutte le accuse, definendole "una perdurante aggressione senza fondamento, a parte le propalazioni di personaggi come Spatola, Calcara e Vaccarino"

 Becchina si è sempre lamentato con la stampa, soprattutto quella nazionale, perchè non è stato mai dato valore a tutte le archiviazioni che ha incassato dopo le varie inchieste. 

Ma adesso il nemico è a casa. Sono i suoi parenti, che riservano alla sorella di Becchina, novantenne, un trattamento che lui definisce "indegno". Un rapporto speciale, quello tra Gianfranco e Santa Becchina, che sono molto legati, e quando sono insieme si scambiano ricordi, parlano spesso della loro vita. 

La signora Santa Becchina è l’unica proprietaria della casa "che fu di tutta la nostra famiglia d’origine dove siamo nati e vissuti sino agli inizi degli anni 70 in quattro fratelli - racconta oggi l'imprenditore -. Mia sorella da circa una decina di anni ha vissuto sino a poco tempo addietro nel pianterreno della casa, un tempo nato per l’immagazzinamento di prodotti agricoli, lasciando che il figlio maggiore unitamente alla moglie usufruisse del piano nobile della prestigiosa casa. Da un certo tempo la possibilità per mia sorella di continuare a vivere in un ambiente poco idoneo contraddice il benché minimo buonsenso. Dovendo muoversi da un paio di mesi con la sua sedia da inferma ho proposto a mio nipote e alla moglie di portare mia sorella al piano di sopra, assegnando gli spazi necessari per l’organizzazione assistenziale".

E invece cosa è successo? "Alla chetichella, in totale gran segreto hanno optato per trasferire mia sorella in una struttura di accoglienza prima, e nella stessa giornata in seguito alla veemente protesta di mia sorella che voleva stare a casa sua, in una seconda struttura dall’altra parte della città appartenente alla stessa organizzazione: una forzatura, per non dire altro. E' relegata contro la sua volontà E senza che io possa vederla".
 

Becchina sceglie Tp24 per fare un appello a nuora e nipote: "Mia sorella, alla quale sono molto legato, e che frequentavo a Palermo regolarmente, è stata trasferita da casa contro la sua volontà" ripete. Una decisione, per Becchina, "inumana", anche perchè i parenti lo avrebbero tenuto all'oscuro sino all'ultimo. 

"Un' azione davvero spregevole, sulla scorta della documentazione discutibile di un neurologo  strumentale per rinchiudere mia sorella  in quella cosiddetta “casa per anziani”, o, per meglio dire, in una cameretta di un appartamento da dividere con un’altra reclusa ultracentenaria" aggiunge.

Becchina sostiene che la sorella non è stata mai visitata nè vista dal medico che ha certificato il suo stato di salute, prescrivendole poi dei farmaci sedativi nonostante il parere contrario di un altro medico, che per più di venti anni l'aveva seguita. 

"Mia sorella è stata sfrattata  alla chetichella togliendole il privilegio di vivere nella sua casa per immergerla in un mondo a lei sconosciuto, anticamera di un rapido deterioramento della sua salute - spiega Becchina - Con il sovrappiù della chiusura alle visite di suo gradimento: fratello, amici e parenti vari".

Dopo il suo intervento, è riuscita quanto meno a riportarla a casa, sempre purtroppo nello scomodo pianterreno,  ma gli è impedito di visitare la sorella, nonostante nell'ultima telefonata lei glielo avesse espressamente chiesto.