La Corte d’assise d’appello ha assolto Salvatore Marino, il 61enne di Paceco, in concorso con il cugino Vito e Dino Grusovin, della strage di Urago Mella del 28 agosto di 15 anni fa in cui persero la vita Angelo Cottarelli, sua moglie Marzenna e loro unico figlio Luca.
Salvatore Marino, che è stato in custodia cautelare per circa sette anni, affrontava il decimo grado di giudizio. Dopo l’assoluzione davanti alla Corte d’assise di Brescia, aveva incassato quattro volte la condanna all’ergastolo da parte dei giudici d’appello e altri quattro annullamenti con rinvio dalla Corte di Cassazione.
Nel pomeriggio a Milano la prima assoluzione anche in appello al termine di un processo nel corso del quale Dino Grusovin, suo grande accusatore, è stato risentito ma non ha saputo fornire indicazioni univoche circa la sua partecipazione al triplice omicidio.
La strage di Urago Mella conosce con la sentenza odierna un nuovo capitolo che si aggiunge ad una lunghissima vicenda giudiziaria, nel corso della quale non sono state poche le svolte clamorose, i colpi di scena, le fughe, le latitanze e i blitz internazionali. Sullo sfondo resta una vera e propria carneficina. Ancora in attesa di una verità giudiziaria definitiva sotto tutti gli aspetti. Resta da capire, infatti, se la Procura generale milanese deciderà di ricorrere in Cassazione, dove nel caso solo la posizione di Salvatore Marino - senza contare quelle di Vito Marino (figlio di "Mommo u nano", capomafia di Paceco, ucciso da Matteo Messina Denaro e altri nel 1987), e Grusovin, condannati ormai in via definitiva con sentenze passate in giudicato - approderebbe per la quinta volta.