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26/10/2021 06:00:00

Inizia il processo a Lo Sciuto e gli altri imputati. I pm, “Loggia anomala”

 Dopo il balletto della competenza territoriale, è iniziato ieri al Tribunale di Trapani il processo sulla cosiddetta Superloggia di Castelvetrano, che riguarda 19 persone coinvolte nell’operazione Artemisia del marzo 2019.

Il principale imputato è Giovanni Lo Sciuto, ex deputato dell’Assemblea regionale siciliana ed ex membro della Commissione parlamentare antimafia dell’isola, accusato di essere promotore e socio occulto della loggia, avendo “costituito, organizzato e diretto l’associazione e, allo scopo di gestirne l'attività e realizzarne gli scopi, sviluppando una fitta rete di conoscenze nei settori della politica, delle forze dell’ordine, dei professionisti, dell’imprenditoria e della dirigenza pubblica”.

E la vicenda della competenza territoriale, secondo gli avvocati di alcuni imputati, potrebbe non essere ancora conclusa. L’Agi ha infatti raccontato come alcuni legali, nel corso della breve udienza di ieri, avessero chiesto ancora una volta  di trasferire gli atti al Tribunale di Palermo.

 

L’accusa di aver violato la Legge Anselmi, riguarda anche Giuseppe Berlino (ex consigliere comunale, suo braccio destro e segretario personale), Felice Errante (ex sindaco di Castelvetrano), Luciano perricone (ex consigliere comunale, candidato a sindaco prima del blitz), Vincenzo Chiofalo (ex vicesindaco), il commercialista Gaspare Magro ed il poliziotto Salvatore Passanante, riferimento per la Dda di Palermo, anche per le ricerche del boss Messina Denaro.

Secondo gli inquirenti, il gruppo influiva sui vertici di vari enti pubblici o privati, per ottenere posti di lavoro o altri vantaggi ai componenti dell’associazione segreta o i loro parenti.

Più che una superloggia, era una “loggia anomala”. Così l’avrebbero definita, i pm di Trapani: “L’associazione segreta, di cui Lo Sciuto sembra essere la proiezione esterna ai più alti livelli istituzionali, è un’associazione che non evidenzia i rituali massonici classici, di cui non esistono documenti, ma al tempo stesso sono state acquisite evidenze circa il funzionamento e l’operatività dell’associazione stessa”.

 

Un’indagine che arriva a giudizio dopo alterne vicende.

Inizialmente, il Tribunale del riesame, riconoscendo che il reato era stato commesso a Palermo (un accordo tra Lo Sciuto e un suo ‘portavoti’ per la falsa assunzione della moglie in cambio del sostegno elettorale), ha sostenuto l’incompetenza della magistratura trapanese. Ma, dopo i ricorsi, la Cassazione aveva riportato l’indagine nelle mani della Procura di Trapani.

Oggi, a prescindere dalla violazione della legge Anselmi e da come finirà il processo, colpiscono quei 70 casi di pensioni di invalidità concesse a cittadini “sponsorizzati” da Giovanni Lo Sciuto.

 

Egidio Morici