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31/10/2021 08:00:00

Petrosino, minacce ed estorsione ad una pensionata. Coppia condannata a due anni e mezzo

 Sono state condannate a due anni e mezzo di carcere ciascuna le due persone che lo scorso maggio, a Petrosino, con minacce avevano intimato ad una pensionata di 65 anni di consegnare 500 euro per risarcire il danno che, a loro dire, il figlio della donna aveva provocato in un incidente stradale, che a quanto pare, però, non era mai accaduto.

La donna avvertì i carabinieri e li fece arrestare nel luogo concordato per la consegna del denaro. I due condannati per tentativo di estorsione sono Pietro Demma, di 33 anni, e Giuseppa Cusenza, di 40. La sentenza è stata emessa dal gup del Tribunale di Marsala Francesco Parrinello al termine del processo con rito abbreviato. Demma e Cusenza sono stati, inoltre, condannati anche a pagare una multa di 6 mila euro, nonché al risarcimento dei danni morali subito dalle due parti civili, madre e figlio, rappresentate dall’avvocato Cettina Inglese. A ciascuna delle due parti civili dovranno versare 5 mila euro, più le spese di costituzione. In maggio, i due condannati si erano presentati all’uscio della pensionata (M.P.) chiedendo di saldare il presunto debito e al rifiuto non hanno reagito bene.

Secondo il racconto delle vittime, il figlio della pensionata sarebbe stato colpito con il manico di una scopa, ma di ciò al processo non è emersa prova, né è stato prodotto un certificato medico o di pronto soccorso che attestasse qualche ferita. La coppia avrebbe intimato di consegnare i 500 euro entro la mattina successiva. Altrimenti, avrebbero fatto del male a madre e figlio. Infine, l’invito a non avvertire le forze dell’ordine. I due fuggivano quando la pensionata ha detto che avrebbe chiamato i carabinieri. Ma prima di darsela a gambe, Demma strappava dalle mani il telefono cellulare al figlio della vittima del tentativo di estorsione.

Subito dopo, M.P, coraggiosamente, si recava alla stazione dei carabinieri di Petrosino per denunciare l’accaduto. Ma proprio in caserma riceveva la telefonata, fatta con il cellulare strappato al figlio, della Cusenza, che continuava a chiedere il denaro, dandole appuntamento per la consegna. Ma sul luogo concordato, la vittima si presentava con i militari dell’Arma, che bloccavano e arrestavano Demma e Cusenza dopo la consegna delle banconote preventivamente fotocopiate per cristallizzare la prova. Banconote poi restituite dai CC alla pensionata. Dopo la convalida dell’arresto, Demma e Cusenza furono sottoposti alla misura dell’obbligo di dimora, con divieto di allontanarsi dalla propria abitazione nelle ore notturne.