Nello Musumeci candidato si, candidato no.
Il presidente molla i toni di una candidatura a tutti i costi, rimette la decisone alla colazione che lo ha appoggiato finora, certo che c’è intanto molto lavoro ancora da fare prima di chiudere questo ultimo anno di governo regionale. E’ positivo Musumeci, al netto della pandemia che ha paralizzato molte riforme e che ha creato ulteriori criticità, ritiene che i suoi 4 anni sono stati contrassegnati da un lavoro costante su tutti i territori. Il rapporto politico è eternamente in bilico tra Fratelli d’Italia e la Lega, al momento nessuna federazione né da una parte né dall’altra ma un dialogo fitto per comprendere i margini di una eventuale ricandidatura dopo lo stop sia di Matteo Salvini che di Giorgia Meloni.
Musumeci ha incontrato i ministri della Lega a cui ha presentato le istanze siciliane, dalla opportunità di realizzare a Catania lo stabilimento Intel, per la produzione di semiconduttori, alla istituzione nell’Isola una scuola di alta formazione per il personale alberghiero. Il senatore Salvini ha assicurato il massimo impegno della rappresentanza governativa della Lega a favore della comunità siciliana, anche sul fronte del Pnrr, per cogliere appieno le opportunità di crescita dell’Isola.
L’opposizione nel frattempo diventa sempre più pungente, addebita a Musumeci non solo la cattiva gestione della pandemia ma una serie di ritardi. Il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo in aula durante il dibattito sull’assestamento del bilancio di previsione ha ribadito: “Il governo Musumeci lascia la Regione siciliana in braghe di tela, con un nuovo disavanzo per gli anni 2018 e 2019 per oltre un miliardo e cento milioni, e lascerà in eredità al prossimo governo l’obbligo di ripianare oltre due miliardi di disavanzo per il triennio 2023-2025. In queste condizioni sarà a rischio persino l’approvazione della prossima manovra economica. La disastrosa gestione dei conti pubblici da parte del governo Musumeci sarà una zavorra per la ripresa economica della nostra regione che peserà sulle future generazioni”.
Gli fa eco il collega dem Antonello Cracolici: “Altro che 'assestamento tecnico', qui siamo di fronte ad un bilancio 'tecnicamente falso': con l'assestamento si certifica la disastrosa gestione dei conti pubblici del governo Musumeci. Oltre alla crescita del disavanzo della Regione rispetto al 2018, emerge infatti che il peggioramento che la giunta aveva previsto in 105 milioni è stato dichiarato 'fasullo' dalla Corte del conti regionale la quale nel dare giudizio di parifica ha evidenziato che il maggior disavanzo da calcolare nel bilancio del 2019 è pari non è di 105 ma di 170 milioni. A questi si aggiungono circa nove milioni di euro evidenziati dalla Corte dei conti nazionale, anch'essi di maggiore disavanzo e che oltretutto, in violazione delle norme, non vengono neppure coperti nell’assestamento”.
Ed in verità l’esecutivo regionale all’ ARS si presenta con un disavanzo di 7 miliardi e mezzo, tuttavia la manovra che dovrebbe essere approvata slitta perché in aula non c’è la maggioranza a votarla, si tratta di una manovra che tra le altre cose garantisce anche lo stipendio agli Asu e ai Pip.