A lanciare l'allarme è Mcl (Movimento cristiano lavoratori) Trapani, assieme a Confasal Sicilia e Sicilia Antica: i fanghi contaminati prelevati dall'escavazione dei fondali del porto di Trapani saranno sversati in mare in una zona vicina alle riserve di Monte Cofano e ai siti protetti di San Vito Lo Capo.
Le tre organizzazioni hanno già presentato un atto di diffida all'Autorità portuale della Sicilia Occidentale, agli assessorati regionali competenti e al Ministero della Transizione ecologica.
“Riteniamo – sottolineano nel documento - che sia una decisione molto rischiosa per l'ambiente, per l'habitat, per il delicato ecosistema dell'area, nonchè dannosa per l'economia itticadelle marinerie della zona”.
Le tre organizzazioni sottolineano che “nel caso in cui le nostre richieste non trovassero seguito entro un ragionevole termine dal ricevimento della diffida ci vedremo costrette a promuovere le azioni giudiziarie ritenute più opportune, affinché non soltanto vengano assicurati il rispetto della legalità e la tutela del patrimonio naturalistico e degli equilibri ecologici, nella prospettiva della Ecologia integrale promossa da Papa Francesco, ma venga anche valutata la responsabilità personale, di natura civile, penale e amministrativo-contabile verosimilmente insita nelle eventuali illegittime azioni e statuizioni sopra rappresentate, alle quali rimangono esposte le Autorità in indirizzo, per l’eventuale violazione di norme regionali, statali ed europee”.
Nel documento, infine, emerge che “l’Autorità portuale, ha operato una analisi di mercato con la quale ha riscontrato due discariche site nella provincia di Agrigento, eseguendo una previsione s di spesa .Verosimilmente, quindi, - sottolinea la nota delle tre organizzazioni - è prevalsa l’opzione di risparmiare denaro a cui dare successivamente altra ignota destinazione futura. Infatti, nella Relazione generale eggiamo: “ Si può infatti stimare che per movimentare su gomma i previsti 415.169 mc di escavo sarebbero necessari circa 40.000 viaggi in andata e altrettanto a ritorno dei camion. Anche nel caso di considerare soltanto il trasferimento su gomma dei materiali nelle classi C e D, si avrebbero circa 18.000 viaggi in andata e ritorno. In entrambi i casi è evidente che un siffatto attraversamento di vie di comunicazione urbane causerebbe un forte impatto sul traffico cittadino e dunque sull’ ambiente”.