In questi giorni, nel chiostro della Questura di Palermo, possiamo ammirare le opere di Velasco Vitali protagoniste del ʺBrancoʺ: cinquantatrè sculture di cani ciascuno intitolato ad una città estinta. Le opere dell’artista sono state spostate dall’Aula bunker e collocate appunto in Questura, all’interno di un luogo di memoria antimafia.
Molto originale e significativa è la realizzazione del branco con il materiale dell’edilizia abusiva, per rappresentare la minaccia costante degli interessi criminali all’ambiente sociale. In effetti in queste opere c’è di tutto e di più : ferro , catrame , cemento, piombo e rete metallica, tanto materiale di recupero scelto come simbolo dell’abusivismo edilizio e dunque della criminalità. Con la scelta del luogo della Questura, la Polizia, per la prima volta in assoluto, partecipa a un intervento di arte contemporanea, avviando le attività culturali verso il XXX anniversario delle stragi mafiose di Palermo del 1992.
ʺQuesto specifico progetto culturale testimonia, nel prossimo trentennale delle stragi, il legame indissolubile che intercorre tra le città, la società civile, il mondo della cultura, la magistratura e la Polizia di Stato .La Questura di Palermo diventa luogo di eccellenza di un messaggio innovativo importante che vede gli uffici di Salita Manganelli identificarsi non solo come contenitore simbolico dell’opera d’arte ma come parte integrante della stessaʺ – sostiene il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia.
Tutto ciò è stato reso possibile dall’unione della Polizia di Stato con la Questura di Palermo al progetto della Fondazione Falcone Spazi /Capaci /Comunità Capaci, curato da Alessandro De Lisi.
ʺDa sempre la Fondazione Falcone è convinta che le mafie si sconfiggano innanzitutto con l’affermazione della cultura e l’arte rappresenta certamente uno strumento in grado di raggiungere con l’immediatezza del suo linguaggio i cittadini. Trovo emblematica e molto suggestiva l’idea che il Branco, che simboleggia l’attacco della criminalità allo Stato ,passi dall’aula bunker , che invece incarna la vittoria dello Stato su Cosa nostra, alla Questura di Palermo altro luogo simbolo dei successi contro la criminalità e del pesante prezzo di sangue patito dalla Polizia nella lotta ai clan Voglio ringraziare in particolare il Questore di Palermo Laricchia per aver voluto essere al nostro ʺfianco , ancora una volta, nell’opera di sensibilizzazione alla cultura della legalitàʺ – sostiene Maria Falcone presidente dell’omonima fondazione.
Non è la prima volta che l’Arte gioca un ruolo essenziale nella lotta contro la criminalità. “Palermo ha offerto i propri palazzi come tele su cui rappresentare immagini di forte valore simbolico”, pensiamo ai tanti murales sparsi per la città in luoghi significativi, che testimoniano la lotta contro la mafia. ʺLa Porta dei Gigantiʺ, due murales che raffigurano uno Giovanni Falcone sulla facciata di un edificio di via Duca della Verdura ,l’altro, Paolo Borsellino sulla parete di uno stabile di Via Sampolo. E poi, di fronte l’albero Falcone una scultura dell’artista Peter Demetz : ʺL’attesaʺ di una città per la Giustizia, e altre ancora … Tutte come il Branco, un esempio di arte contemporanea, libera, senza alcun tipo di condizionamento politico o di altra natura. Arte come impegno civile.
Dorotea Rizzo