Politica e Magistratura. Negli Stati contemporanei le tre funzioni/poteri pubbliche sono quelle: legislativa, esecutiva e giudiziaria. La loro separazione è uno dei principi cardine del costituzionalismo liberale e tale da connotare in buona parte le stesse democrazie costituzionali. Benché l’idea delle tripartizione delle funzioni si ritrovi già in Aristotele, deliberativa, esecutiva e giurisdizionale, erano cariche elettive decisamente discutibili le modalità, ma si parla di 23 secoli fa.
Una diversa separazione dei poteri era stata altresì teorizzata da Locke, il quale aveva distinto il potere legislativo, il potere esecutivo e il cosiddetto potere federativo - cioè il potere di stipulare trattati, stringere alleanze e di muovere guerra -. Nella visione lockiana, il potere giudiziario, conformemente alla tradizione del common law, era considerato una branca del potere. L'idea della separazione dei poteri è assai più recente ed è riconducibile a Montesquieu, il quale aveva messo in evidenza la necessità che queste tre funzioni fossero affidate a organi diversi, in posizioni di reciproca indipendenza tra loro, al fine di evitare che potesse essere minacciata la libertà.
Gli abitanti sono i destinatari del loro operato, e si ha bene a mente l'articolo 54 della costituzione che recita: "Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge". I quattro fari sono ben visibili: Costituzione, Leggi, Disciplina e Onore. Rimanendo allo scandalo recente tra chi amministrata la legge e quelli esecutivo e legislativo, gli incontri tra Palamara componente del CSM con altri esponenti togati dell'organo costituzionale e i parlamentari del PD Lotti - allora nel cerchio gigliato di Renzi - e Ferri, convitato di pietra Lotito proprietario della Lazio calcio. Motivazione decidere la nomina dei procuratori capo. Nell'aprile del 1994 noi italiani avemmo un occasione irripetibile per spazzare via la classe politica dell'epoca, ma non ci riuscimmo. Persino il partito nuovo antisistema la Lega Nord il 5 gennaio dello stesso anno al processo Enimont con il segretario ammise l'accettazione di una tangente di 200 milioni di lire, fu premiato con 177 parlamentari, il cosiddetto nuovo alleato del Carroccio Forza Italia 149.
Non si ama il revisionismo storico, ma al netto del suo arricchimento personale e al piglio autoritario, Craxi rispetto ai dirigenti politici attuali fu uno statista. Nel 1984 stipulando il nuovo concordato con la Santa Sede, con l'abolizione della congrua, ossia lo stipendio mensile che si pagava ai parroci. Nella lotta agli evasori fiscali introducendo registratore di cassa e scontrino fiscale. Nell'idea pur non condividendola della riforma delle istituzioni nella declinazione presidenzialista, sicuramente allorquando a Parigi nel 1990 come rappresentante del segretario generale dell'Onu affermò: "necessita un contratto di solidarietà che rompa entro il 2020 il ciclo infernale della miseria e della fame. Le cancellazioni del debito verso i paesi poveri o in via di sviluppo comporterebbe un onere annuo pari al 10 per cento del Pil dei paesi donatori, cui si dovrebbe aggiungere, almeno una percentuale identica di nuovi aiuti". In questo modo - secondo Craxi - si poteva avere una robusta crescita dei paesi più poveri che avrebbe consentito di debellare la fame entro il 2020. Pace e sviluppo imprescindibili, poi il delirio d'onnipotenza lo costrinse alla latitanza. Bisogna rammentare che spesso i 4 fari dell'articolo 54 della costituzione sono disattesi dalla politica ed è in questi vuoti che s'inserisce la Magistratura.
Vittorio Alfieri