Essere duri senza perdere la tenerezza.
E un'aforisma tratto dall'autobiografia di Ernesto Che Guevara in cui si narra la nascita in una famiglia della buona borghesia argentina, una giovinezza nomade e ribelle, l'epica avventura sulla Sierra Maestra e le responsabilità politiche nella Cuba assediata dall'embargo statunitense, il tradimento del socialismo di Fidel Castro e il suo asservimento alla Russia che lo portò via da l'Avana fino alla tragica morte sui monti della Bolivia.
Nella storia del Novecento, nessuno più di Ernesto Che Guevara ha saputo incarnare l’idea di giustizia sociale e le speranze di riscatto.Oltre l’icona, il Che è svelato con la sua tenacia e il suo idealismo, le idiosincrasie, le letture preferite, le passioni sportive, gli accessi d’asma, i suoi amori. Una storia di gesta eroiche e di piccoli gesti quotidiani. La storia di un mito e il ritratto di un uomo, vagabondo, temerario e romantico, un uomo convinto che "bisogna essere duri senza perdere la tenerezza".
La massima può essere applicabile ad oggi alla gestione della pandemia di Draghi, è stato coriaceo perché non si è piegato ai partiti ma delizioso-fino ad oggi- nel non imporre l'obbligo vaccinale. La classe dirigente, politica-imprenditoriale-pubblica, allorquando è forte con i deboli e debole con i forti. Salvini implacabile con i migranti, affettuoso con Morosini,Durigon ,quando tollera elementi fascisti alle manifestazioni della Lega. Renzi tremendo con Conte,amichevole con Bin Salman, trattasi di un despota.I no vax addirittura violenti con i giornalisti ,inclementi con la scienza dolci con Freccero.
A Marsala il sindaco M.Grillo implacabile con la vecchia amministrazione, amorevole con staff della comunicazione, pletora d'esperti,giunta young. Noi cittadini intransigenti con la classe politica, dirigenziale pubblica e impiegati, ma di una bontà unica con noi stessi che spesso manchiamo di senso civico. Essere duri senza perdere tenerezza, ma con onestà intellettuale.
Vittorio Alfieri