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05/12/2021 06:00:00

Fra omertà e stanchezza, silenzi e disillusione... l'antimafia tradita di Franco La Torre

Un'antimafia spenta, disillusa, a volte confusa torbidamente da logiche perfino mafiose o quanto meno clientelari. Questo è lo stato attuale delle cose secondo Franco La Torre, attivista palermitano già membro della presidenza di Libera dal 2002 al 2015.

La Torre è figlio di Giuseppina Zacco e di Pio La Torre, politico e sindacalista palermitano che fra le fila delle CGIL e del Partito Comunista Italiano spese e sacrificò letteralmente la vita nel combattere la mafia. Poco dopo che il padre fu ammazzato da Cosa Nostra nel 1982, fu promulgata la “Rognoni-La Torre”, legge che ha introdotto il reato di associazione di tipo mafioso e la confisca di beni di provenienza illecita.
Franco, dopo l'omicidio del padre e la morte della madre a sua volta politica e attivista, ha preso il testimone, spendendosi in prima persona da diversi decenni ormai.

Alla luce, per Zolfo Editore, la sua ultima fatica letteraria intitolata “L'antimafia tradita”.

Ma tradita da chi? Da cosa?
Attraverso il racconto della storia di famiglia e personale, Franco La Torre ripercorre le tappe di quell'antimafia straordinaria, che ha combattuto per tanti anni la narrazione internazionale dell' “Italia Paese della mafia”, fino a far sì che al mondo l'Italia divenisse il Paese dell'antimafia.
Questo patrimonio straordinario, però, secondo La Torre rischia di essere dilapidato.
Negli ultimi anni l'antimafia è in crisi. Sia quella relativa all'associazionismo, che comunque ne mantiene viva la fiaccola, sia quella in senso lato, civica.
Sono in crisi le classi dirigenti, politica e imprenditoria.

In "L'antimafia Tradita", La Torre racconta anche la brusca interruzione dei rapporti con Libera nel 2015, assolvendo l'associazione in sé, ma biasimando il mondo in cui il fondatore e presidente, don Luigi Ciotti, lo liquidò con poche parole a margine di un rapporto professionale e personale molto proficuo ed intimo.

E' un libro destinato a suscitare dibattito? Forse. Ma un dibattito sano, un confronto interno all'antimafia, ormai scoraggiata fra omertà e stanchezza, disillusione e difficoltà di penetrazione nel tessuto sociale.

Un libro che, attraverso il racconto personale di un uomo vittima della mafia e bandiera dell'antimafia, cerca di far riflettere e gettare luce là dove l'antimafia è da tempo in ombra: là dove somiglia troppo alla mafia.

La mafia ha cambiato pelle, l'antimafia deve farlo immediatamente se vuole continuare a difendere libertà e democrazia nel Paese.