In oltre 20 ospedali italiani, il 100% dei ginecologi è obiettore di coscienza.
Questo significa che in moltissime zone d'Italia, alle donne che hanno deciso di interrompere la gravidanza, questo loro diritto, garantito dalla legge 194 del 1978, viene reso complesso, costoso ed emotivamente provante, e in certi casi impossibile.
In Sicilia, i dati sugli obiettori sono allarmanti.
Le donne siciliane chiedono il pieno riconoscimento del diritto di essere libere di scegliere.
Sta ottenendo uno straordinario risultato la petizione “Stop all'eccesso di obiettori di coscienza negli ospedali siciliani” che ha già ottenuto più di 21.000 firme.
"E’ un risultato che denuncia a più voci che l’obiezione di coscienza del personale medico non può limitare i diritti e le scelte delle donne - dichiara la Rete consultiva provinciale delle donne - Come Rete delle donne esprimiamo grande soddisfazione per aver portato un tema così importante al centro del dibattito politico non solo siciliano.
La presentazione delle interrogazioni al Senato, alla Camera e all’ ARS e la nostra richiesta di audizione alla VI Commissione dell'Ars, sono passaggi fondamentali, per trovare una soluzione per tutelare la salute delle donne.
Oggi sappiamo che non siamo sole in questa battaglia e non perderemo di vista il nostro obiettivo: la piena applicazione della 194/78 attraverso il riequilibrio fra medici obiettori e non all’ interno delle strutture sanitarie pubbliche e private convenzionate; il potenziamento dei consultori per maggiori campagne di prevenzione, informazione sessuale e riproduttiva fra i giovani; maggiori risorse per i centri di ascolto psicologico all’interno delle scuole".