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14/12/2021 04:00:00

Charlie Hebdo, il diritto di satira e le provocazioni senza senso di Riccardo Simonetti

 Tutto ha un limite. Il diritto di satira è intoccabile, si va a memoria ma se non si erra il fatto più cruento ad esso fu l'attentato a Charlie Hebdo. Era il 7 gennaio 2015, le vacanze natalizie in soffitto, lasciarano il posto a sentimenti collettivi diametralmente opposti: tristezza, paura e rabbia. Quel giorno due uomini franco-algerini, mascherati e armati di kalašnikov, fecero una strage nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo.

Braccati dalla polizia, furono uccisi durante un conflitto a fuoco in una tipografia fuori Parigi, mentre un loro complice, dopo aver ucciso una poliziotta, assassinava altri quattro ostaggi all'interno di un supermarket. Anche, quest’ultimo, poi perí durante l’irruzione delle forze speciali francesi. Il bilancio finale fu di diciassette morti, oltre agli attentatori, e una dozzina di feriti. Per alcuni fu un monito a rispettare la religione musulmana e la figura del Profeta. Secondo l’immaginario collettivo, dunque, Charlie Hebdo fu la causa scatenante dell’attentato. Di sicuro con le sue vignette dissacranti al limite della tolleranza religiosa fornì su un vassoio d’argento il pretesto per l’attacco, ma non ne fu la genesi.

I maggiori esperti in materia definiscono il terrorismo non come un’ideologia, che reagisce di fronte alle provocazioni, bensì come una tecnica di conflitto utilizzata da gruppi organizzati con un nome, una storia, una leadership, una struttura, un metodo e uno scopo ben definito e per lo più legato a rivendicazioni territoriali. Il giornale denuncia organizzazioni criminali che in nome di Allah vessano gli stessi musulmani. Il dubbio che la satira sia un pretesto e non il motivo è fortissimo e i fatti lo spazzano, stragi di Berlino 2016 e di Vienna 2020 docet. Questo diritto non l'ha esercitato l’influencer e attivista italo-tedesco Riccardo Simonetti sulla copertina del mensile queer Siegessaule dove si è trasformato in una Madonna trans con barba e dichiarato ambasciatore dell'UE per i diritti Lgbtq+.

L'Ue ha smentito:«Non è un nostro ambasciatore», da Bruxelles in risposta al polverone pre-natalizio. Dal Parlamento europeo si precisa anche che si tratta, con Simonetti, di una «collaborazione non retribuita», con il fine d'inclusione della sua comunità.«Se ignoriamo il fatto che Gesù non era bianco, potremmo credere che la Vergine Maria avesse la barba. Perché no?», spiegava Simonetti. Apriti – è il caso di dirlo – cielo –, il centrodestra è giustamente insorto.

Il blogger ha utilizzato una provocazione e una strumentalizzazione becera. Maria era una donna, solo questo genere può avere in grembo inizialmente un embrione e il sesso biologico è indiscutibile, non un trans e che il padre sia Dio attraverso lo Spirito Santo attiene alla sfera della fede. Non si ravvisa alcuna denuncia, nessuno spunto alla riflessione, ma solamente una provocazione senza senso, se non quello della visibilità. Da agnostico si aggiunge che il silenzio della sinistra è assordante e imbarazzante, tutto ha un limite.

Vittorio Alfieri