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05/01/2022 06:00:00

 Mazara, altre ‘sberle’ contabili al Comune dalla Corte dei Conti /3

Come scritto, nei giorni scorsi, stiamo analizzando in modo approfondito, il perché ed il come si sia abbattuta, il 15 dicembre scorso, la scure della Sezione di controllo siciliana della Corte dei Conti sui bilanci del Comune (Deliberazione n.185/2021/PRSP). Oggi, e ancora nei prossimi giorni, oltre alla replica del primo cittadino, porremo l’accento in particolare ai bilanci di previsione ed alla penosa situazione della cassa e sua gestione.

I RITARDI NEI BILANCI DI PREVISIONE – “Tali ritardi – scrivono i magistrati contabili –svuotano di significato la funzione tipica del bilancio di previsione ritardando conseguentemente le verifiche finanziarie demandate alla Corte in sede di controllo. La Sezione, pertanto” (…) invita “l’ente a superare questa illegittima prassi, che manifesta una criticità organizzativa di non scarsa rilevanza per le conseguenze negative sulla corretta gestione amministrativa e contabile del Comune”.

CARENZA DI LIQUIDITÀ DAL 2017 AL 2019 – “In merito ai flussi e alla situazione di cassa, si osserva nel triennio 2017-2019 una situazione di carenza di liquidità ed il continuo ricorso ad anticipazioni di tesoreria, in grado di incidere negativamente sugli equilibri di bilancio dei futuri esercizi finanziari e sulla garanzia di regolarità amministrativa e contabile della gestione stessa”. Il Comune ha presentato alcune memorie e controdeduzioni atte a chiarire alcune criticità segnalate in fase preventiva dalla Corte dei conti, ma la stessa ha ribattuto all’Ente mazarese una “grave e critica situazione di cassa”. Circostanza che desta “preoccupazione, in particolare, per il livello elevato di anticipazione di tesoreria richiesta e non restituita al 31.12, fenomeno dal quale deriva una spesa per interessi in crescita. Le anticipazioni di cassa usate in modo inappropriato – sottolineano i magistrati dei conti – non devono ‘costituire surrettiziamente un mezzo di copertura alternativo della spesa’. In sintesi, come più volte evidenziato dalla Corte, “l’uso eccessivo dell’anticipazione di tesoreria è indice di una persistente e grave crisi di liquidità, che “suscita seri dubbi sull’effettiva sostenibilità delle spese e sulla possibilità del mantenimento degli equilibri” considerato anche che l’anticipazione di tesoreria è divenuta una costante forma di finanziamento, che non è utilizzata soltanto per fronteggiare temporanee esigenze”.

UNA VIOLAZIONE COSTITUZIONALE – “Pertanto – continua la Sezione di controllo della Corte – al 31 dicembre di ciascun esercizio, le entrate accertate e riscosse derivanti da anticipazioni di tesoreria devono corrispondere alle spese impegnate e pagate per la chiusura delle stesse (…). Tale grave irregolarità contabile, reiterata per più esercizi finanziari (…) rileva il profilarsi della violazione dell’art. 119 ultimo comma della Costituzione che vieta il ricorso all’indebitamento per spesa corrente”. La Consulta, in pratica, ha più volte ribadito che gli Enti locali possono usare l’anticipazione di tesoreria solo per una breve durata, entro limiti ben precisi e non costituisca surrettiziamente un mezzo di copertura alternativo della spesa. Il Giudice contabile, aggiunge una precisazione in merito: al “frequente e reiterato ricorso alle anticipazioni di cassa non integralmente rimborsate al termine di ciascun esercizio finanziario” perché è “già di per sé sintomatico della precarietà degli equilibri strutturali di bilancio e della grave crisi di liquidità dell’Ente”, e “aggiungono” che “la mancata ricostituzione della cassa vincolata”, violi la norma “che impone, tra l’altro, al fine di assicurare il graduale riequilibrio, la verifica della consistenza e l’integrale ripristino dei fondi delle entrate con vincolo di destinazione”.
La matassa dei conti comunali non è facile e domani continueremo a fare un po’ di chiarezza sulle altre criticità dando voce nei prossimi giorni ai chiarimenti del sindaco Salvatore Quinci.

Alessandro Accardo Palumbo
Twitter: @AleAccardoP