Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, ieri mattina è salito a bordo della ‘Mare Jonio’, di Mediterranea saving humans, per ringraziare tutto il personale impegnato nel salvare vite umane nel Mediterraneo, augurando “buon vento e buona salute” all’equipaggio.
“Tanti gli interventi effettuati in soccorso di uomini e donne che insieme ai loro bambini scappano da guerre, violenze e disperazione alla ricerca di una vita migliore, spesso costretti a patire lo sciacallaggio dei pirati del mare – ha affermato Tranchida -. È stata dunque l’occasione utile per conoscersi e conversare in merito alle preziose attività umanitarie svolte dai volontari”.
La nave è ripartita a quasi un anno dall’inchiesta della procura di Ragusa che ha iscritto sul registro degli indagati gli armatori sociali e capomissione di Mediterranea, tra cui Luca Casarini, Beppe Caccia e Alessandro Metz, il rimorchiatore riconvertito in nave di salvataggio ha ottenuto il via libera dalla Capitaneria di porto che dopo le consuete ispezioni ha autorizzato la nave e l’equipaggio a riprendere il mare.
L’indagine riguardava un presunto accordo economico con la più grande compagnia di navigazione al mondo, la multinazionale danese Maersk, che risarcì Mediterranea con circa 180 mila euro dopo che la Mare Jonio aveva preso a bordo un gurppo di migranti salvati dalla petroliera “Maersk Etienne” la quale da oltre un mese non otteneva il permesso di sbarco né da Malta né dall’Italia, costringendo i migranti e i marinai a una forzata permanenza in mare e causando all’armatore ingenti danni economici per la ritardata consegna degli idrocarburi. Maersk, che nonostante si sia resa disponibile non ha mai ottenuto di essere ascoltata dagli investigatori, ha continuato a ribadire che non ci fu un accordo economico ma una sorta di compensazione per le spese sostenute dalla Mare Jonio, secondo consuetudini tra armatori in tutto il mondo. A. tal punto che i marinai della petroliera vennero poi premiati dall’Organizzazione mondiale della navigazione civile quale “miglior equipaggio del mondo”, proprio per il salvataggio investigato dagli inquirenti italiani.
Nel 2021 le agenzie umanitarie Onu attraverso la piattaforma “MIssing migrants”, ha registrato per il solo Mediterraneo 2.041 persone morte o disperse in mare. Nei primi giorni del 2022 sono già 28, quasi due al giorno, le persone che hanno perso la vita nel “Mare Nostrum”.
Durante il periodo di prolungato stop causato dalle ripercussioni delle indagini la Mare Jonio ha subito importanti lavori di ammodernamento sia dello scafo che dell’equipaggiamento. Oggi il rimorchiatore ha una velocità di crociera pressoché raddoppiata e dotazioni di soccorso certificate dal Rina, l’agenzia di certificazione internazionale, e ottenuto il via libera dalle autorità marittime italiane,
Nei giorni scorsi il cardinale Michael Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale, aveva inviato a Mediterranea il saluto del Papa. Nel messaggio il porporato aveva ribadito che “soccorrere i nostri fratelli e sorelle migranti è il più alto servizio che potete offrire”.
"Mare Jonio" affiancherà gli altri assetti già presenti nel Mediterraneo e nella zona Sar libica per i servizi di pattugliamento e soccorso. Le operazioni saraano giodate dal comandante Giovanni Buscema, la capomissione Sheila Melosu e il coordinatore del team di soccorso in mare sarà Iasonas Apostolopoulos.
+++ La #MareJonio torna verso l’area di ricerca #Libia +++
— nello scavo (@nelloscavo) January 15, 2022
Un anno fa l’inchiesta della procura di Ragusa. Ora l’equipaggio riprende il mare con una nave rinnovata e meglio equipaggiata. Ricevuto l’ok dalle autorità italiane.@nelloscavo@Avvenire_Nei https://t.co/60KWNssr9H