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20/01/2022 06:00:00

Chi guadagna con il Covid /4. Laboratori, farmacie e il "business" dei test

Sono i protagonisti di queste settimane. Laboratori di analisi e farmacie prese d’assalto per i test anti-Covid. Rapidi o molecolari, in drive-in o fai-da-te.
Solo ad ottobre il giro d'affari per i test anti-Covid in Sicilia, secondo il centro studi Iqvia, è stato di 4,13 milioni. A dicembre la cifra è triplicata, considerando il numero dei test eseguiti nelle 600 farmacie e negli oltre 450 laboratori privati. “Chi guadagna con il Covid” arriva alla quarta puntata, dopo aver parlato dei grandi appalti negli ospedali della provincia di Trapani, dell’affare pulizie e sanificazioni, dei costi incalcolabili per l’Asp su tamponi e mascherine.


Farmacie e centri di analisi in queste settimane sono prese d’assalto per i test anti-covid e per i vaccini. Nelle campagne di screening e negli hub vaccinali dell’Asp però c’è un esercito di giovani medici che mette in tasca qualcosa, ma rischia molto a contatto con il virus.

Un grosso affare per le farmacie?
“Stanno facendo un mare di soldi le farmacie”. E’ uno dei commenti più frequenti in queste settimane di boom dei contagi per le lunghe code al di fuori delle farmacie di persone in attesa di fare un tampone rapido.
Nell’ultima settimana del 2021, quella che va dal 27 dicembre al 2 gennaio, il giro d’affari delle farmacie è cresciuto del 33% rispetto allo stesso periodo del 2020, Questa almeno è la fotografia che arriva dal report con cui il centro studi Iqvia aggiorna numeri e percentuali del mercato della farmacia alla 52ª settimana del 2021 e chiude quindi i conti dell’anno con un più 3,5%.

Tra i panieri che partecipano alla crescita complessiva ci sono ovviamente i test anti-covid (che chiudono con un giro d’affari di quasi 140 milioni di euro, anche in questo caso letteralmente schizzato verso l’alto nelle ultime tre settimane) e le mascherine, il cui fatturato sui 12 mesi supera i 143 milioni (grazie al balzo da ffp2 degli ultimi 15 giorni di dicembre).
Questo a livello nazionale. Le farmacie si stanno arricchendo?
«Assolutamente no – ha precisato al Sole 24 Ore Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma – quest’idea di soldi stratosferici la smentisco, con evidenze alla mano. Siamo al fianco delle istituzioni in questa battaglia, e per effettuare questa massa di tamponi le farmacie hanno dovuto montare gazebo e assumere personale specializzato, che per ogni tampone impiega diversi minuti, e poi il personale amministrativo che lavora le comunicazioni, la fase decisiva del tracciamento. Tutto questo ha costi elevati, e il resto dell'attività è molto ridotto».

Un tampone ha il prezzo calmierato di 15 euro, quello per i ragazzi 12-18 anni 8 euro e gli altri sette sono rimborsati dalla struttura commissariale. I margini per le farmacie più grandi e strutturate ci sono, ma minori rispetto a quanto si immagina. Si ragiona come azienda, a tutti gli effetti. Un test rapido la farmacia lo compra a 5-6 euro, i più fortunati e bravi lo trovano a 4 euro. “Se sei bravo a trovare questi fornitori con prezzi per tamponi vantaggiosi i margini crescono e puoi guadagnare qualcosa. Ma devi aggiungere i costi per personale, strumenti, e ovviamente il rischio di stare a contatto con positivi”, ci racconta un farmacista della provincia di Trapani.
Vige la regola del mercato. E il mercato spesso è spietato, anche nei momenti di crisi. Con alcune farmacie che hanno speculato soprattutto sui tamponi fai-da-te, il cui costo a dicembre in alcuni posti è salito da 25 a 40 euro per un blocco da 5.

 

I vaccini in farmacia
Se per i tamponi le farmacie agiscono in buona parte seguendo le regole del mercato e della concorrenza, per i vaccini la cosa è diversa. Dalla scorsa estate anche le farmacie possono somministrare i vaccini anti-Covid. Non tutte le farmacie sono attrezzate, e somministrano molti meno vaccini rispetto agli hub ovviamente. Ma anche per loro viene riconosciuta una remunerazione: 6 euro ogni somministrazione. Questa cifra è stata stabilita nell’accordo quadro tra governo, regioni, province autonome Federfarma e Assofarm. Regioni e farmacie possono anche accordarsi per un ulteriore rimborso per personale, dispositivi di sicurezza, strumenti, per le somministrazioni.


I laboratori privati
Le cliniche e i laboratori privati di analisi sono certamente molto attivi nel monitoraggio del Covid. Diciamo che le file fuori dai laboratori di analisi ormai sono diventate il termometro dell’andamento del contagio. Più lunga è la coda per i test, più la curva sale. Nelle prime settimane della pandemia, in provincia di Trapani le strutture sanitarie pubbliche non erano dotate di sistemi per rilevare il Covid. Niente tamponi, né apparecchiature per elaborare i test. Così bisognava affidarsi a cliniche private, o ad altri ospedali. L’Asp di Trapani ha avuto delle convenzioni attive con cliniche private per l’elaborazione dei test, anche per pazienti ricoverati in rsa e case di cura private ma convenzionate. Ogni tampone molecolare in quel periodo costava 50 euro all’Asp, ma anche fino a 100 euro per il cittadino che si recava nei laboratori. I laboratori Koala e Salvo, di Alcamo e Mazara, hanno elaborato oltre 1600 tamponi per l’Asp tra aprile e giugno 2020. Per questi laboratori sono stati liquidati oltre 84 mila euro. Poi sono arrivati i test “in house” e i tamponi rapidi per l’Asp.
Tutti i laboratori di analisi adesso fanno i test Covid rapidi. I guadagni sono un po’ come le farmacie, ma alcuni laboratori fanno anche i test molecolari, per i quali sono stati calmierati i prezzi in 50 euro a tampone. Ma per i laboratori i margini di guadagno sono più alti, hanno già strutture e personale per le analisi, e si sono attrezzati meglio e prima delle farmacie.

 

 

 


Vaccini e screening di massa, trampolino di lancio per giovani medici
Ci siamo fatti trovare impreparati dall’emergenza sanitaria. Gli ospedali sono in crisi da due anni, con alti e bassi. C’è una carenza endemica nella sanità siciliana per quanto riguarda medici e infermieri. Una carenza di personale che si è sofferta nelle ultime settimane con i ricoveri in crescita, con le Usca in affanno. Pochi ma sempre in prima linea, medici e infermieri, che da due anni combattono contro il virus con tutti i rischi del caso. Molti hanno perso la vita, di questo ne siamo consapevoli.

 


Una carenza che abbiamo scontato anche nella campagna vaccinale e nelle campagne di screening a tappeto che si sono svolte nei mesi scorsi in tutta la Sicilia, anche in provincia di Trapani. In campo giovani medici, anche appena abilitati, in attesa di completare la specializzazione, che sono stati buttati nella mischia a tamponare e vaccinare. Non senza compenso, però. Per le campagne di screening ogni turno è di sei ore e viene pagato 200 euro ai medici e 120 agli infermieri. Al superamento di 100 tamponi a turno si ottiene il bonus: 100 euro per i medici e 60 per gli infermieri aggiuntivi per turno. Si può guadagnare da un minimo di 600 euro ad un massimo di 3200 euro al mese. Medici e infermieri sono assunti esternamente dall’Asp con contratti periodici e a partita Iva. Così come anche per la campagna vaccinale. I medici percepiscono 200 euro a turno. Nei giorni scorsi sono stati prorogati per altri tre mesi, fino al 31 marzo, i contratti di 15 medici per la campagna vaccinale. All’Asp costeranno 106 mila euro. Sono stati scelti in base a graduatorie e accordi anche con le università.
La maggior parte sono a partita Iva, finita l’emergenza che faranno, potranno essere utili per far fronte alla carenza perenne di personale negli ospedali?

Nell’emergenza, però, come abbiamo detto già dall’inizio del nostro racconto si muovono tanti interessi e in nome dell’emergenza vengono elargite anche molte consulenze e contributi. Chi sono i professionisti dell’emergenza Covid? Li vedremo domani.