Riprendiamo dopo una breve pausa, l’analisi approfondita, del perché e come si sia abbattuta, il 15 dicembre scorso, la scure della Sezione di controllo siciliana della Corte dei Conti sui bilanci del Comune (Deliberazione n. 185/2021/PRSP). Oggi, concentreremo lo sguardo sulla piscina comunale e sulla sua opportunità o meno dal punto di vista contabile. E, ancora, nei prossimi giorni, spulceremo altri, tra gli 11 totali, punti critici rilevati dai magistrati contabili.
I DIVIETI SE HAI I CONTI IN ROSSO – Nella prima parte di questo nostro approfondimento avevamo accennato al fatto che – in uno specifico passaggio della relazione sulle criticità dei bilanci dal 2017 al 2019 – la Corte aveva ‘tirato le orecchie’ al Comune anche per il progetto della piscina comunale. I magistrati hanno, infatti, ricordato al Comune che: “nelle more dell’adozione delle misure correttive tese al ripristino dell’equilibrio di bilancio e all’emersione e recupero del disavanzo, il Comune di Mazara del Vallo è assoggettato a limitazioni (art. 188, comma 1 quater, del Testo Unico Enti Locali)”. E quali sono queste limitazioni? L’articolo in questione del T. u. e. l. – una delle norme ‘bibbia’ che fa da guida a molte delle attività di Comuni, Province e Regioni – recita: “Agli enti locali che presentino, nell'ultimo rendiconto deliberato, un disavanzo di amministrazione ovvero debiti fuori bilancio, ancorché da riconoscere (…) è fatto divieto di assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge. Sono fatte salve le spese da sostenere a fronte di impegni già assunti nei precedenti esercizi”.
LA PISCINA? ADESSO NON PUOI PERMETTERTELA! – Il Comune a più riprese nei mesi scorsi era stato invitato a produrre delle ‘memorie esplicative’ inerenti i pasticci contabili rilevati dalla Corte. E così è stato. Nella prima memoria il Comune di Mazara ha rappresentato che: “in merito al debito complessivo al 31.12.2019 e pari ad € 10.103.645,94, (leggasi dieci milioni e rotti di euro n. d. a.) si segnala che tale importo è comprensivo del mutuo contratto nel mese di dicembre 2019 avendo partecipato l’Ente al bando Sport Missione Comune 2019 del Credito Sportivo per l’importo di € 3.320.000 per la realizzazione di una piscina comunale, mediante contributi in conto interessi”.
“Il Collegio” (a pag. 37 del documento), pur non potendo e volendo sindacare “sulle scelte espressione di discrezionalità amministrativa (nel rispetto del limite dell’indebitamento), con particolare riferimento alle scelte di opportunità (come quella di realizzare una piscina comunale) – si legge ancora nel report – “invita l’ente a tenere conto in futuro della grave situazione finanziaria in cui versa”.
Cosa sta a significare tutto ciò? I giudici contabili, in pratica, dicono agli amministratori cittadini: se un buon padre di famiglia è oberato da debiti, non ha praticamente reddito perché non introita i tributi comunali, ricorre ad artifizi contabili – facendosi prestare ed anticipare soldi che poi non restituisce nei modi stabiliti dalle leggi – come fa a pensare di comprarsi una fuoriserie (la piscina), inoltre, anch’essa a debito? Tale modo di agire risulta viepiù incomprensibile se si considera la serie storica di ‘sberle’ tirate dalla Sezione di controllo siciliana della Corte dei Conti ai bilanci del Comune sin dai tempi della sindacatura di Giorgio Macaddino e continuata anche nelle due legislature di centro destra del sindaco Nicola Cristaldi. Della serie “non c’è peggior sorso di chi non vuol sentire”. Domani continueremo ad analizzare le altre criticità contenute nel documento della magistratura contabile palermitana.
Alessandro Accardo Palumbo
Twitter: @AleAccardoP