La raccolta delle olive è terminata da un po’. E i migranti stagionali che alloggiavano nei moduli abitativi montati nel parcheggio dell’ex oleificio Fontane D’oro di Campobello di Mazara sono andati via.
Ma non tutti. Ci sono 25 braccianti senegalesi che chiedono di poter restare nelle cosiddette casette fino a marzo. “Chiediamo di rimanere qui perché ne abbiamo bisogno - scrivono in una lettera ripresa da Contadinazioni, nodo locale di FuoriMercato - Non possiamo accettare qualsiasi altra soluzione, perché lavoriamo qui vicino e nessuno ha i mezzi di trasporto”.
“Da parecchio tempo seguiamo tutto ciò che è avvenuto a Campobello - sottolinea Cesare Casarino, coordinatore dell’associazione – Si tratta di persone già registrate dalla Croce Rossa, che chiedono alle istituzioni di restare per altri 2 mesi necessari a completare altri piccoli lavori agricoli a Campobello. Basterebbe che rimanessero almeno cinque casette. Perché questa fretta di smontarle senza ascoltare, invece, questo loro bisogno?”.
“La cosa grave sarebbe che – aggiunge Casarino - se si decidesse di smontare gli alloggi, gli stessi andrebbero a rifugiarsi nell'area della ex Calcestruzzi che, purtroppo, ben sappiamo in che condizioni di enorme degrado si trova. Tutto questo sarebbe davvero un grave passo indietro”.
Il sindaco Giuseppe Castiglione, informato di questa richiesta, l’ha rappresentata al tavolo prefettizio. Ma la Prefettura, ci racconta il primo cittadino, ha stabilito che non ci sono più le condizioni per restare al campo, dal momento che queste persone non risultano regolarmente assunte da nessuno. Ai migranti è stata invece prospettata la soluzione alternativa di spostarsi a Castelvetrano (nei locali della Croce Rossa) per tutto il mese di febbraio.
Ma come abbiamo letto, non sarebbe una soluzione ottimale, data la distanza dai “posti di lavoro”.
Certo, trasferirsi per evitare il prolungamento della permanenza di poco più di trenta giorni, forse non sarebbe la scelta migliore. Ma viste le condizioni, sembra davvero improbabile ottenere un sì dalla Prefettura affinché i braccianti rimangano dove sono. I tempi relativamente stretti impedirebbero anche un eventuale sgombero, che risulterebbe davvero sconveniente sotto ogni aspetto.
Egidio Morici