Oggi, 8 marzo, potremmo parlare di donne che conquistano posizioni e leadership, di quanto lavoro ancora c’è da fare e quante opportunità vengono negate, dalla politica alla vita occupazionale. Perché in un mondo patriarcale è difficile sovvertire l’ordine delle cose, c’è molto da fare, non abbandonare il campo e non abbassare mai la guardia.
Ma oggi non è un 8 marzo qualunque, c’è la guerra alle porte dell’Europa, c’è tanto dolore che arriva fin qui e che racconta delle lacrime che tante donne stanno versando.
Ci sono le mamme che si sono separate dai figli, affidandoli ad un destino incerto ma sottraendoli alla morte.
Vittime inconsapevoli di questa guerra ingiusta e scriteriata.
E oggi il pensiero deve andare a tutte queste donne, che stanno affrontando la vera resistenza, che hanno preso in mano il coraggio, si sono bendate il cuore, e sono fuggite da casa loro.
In tutte le guerre c’è sempre un prezzo altissimo che pagano le donne, costrette a partorire in un bunker, costrette a vedere morire i loro figli, a vedere bombardata la propria casa.
Partono così, senza nulla, con la paura negli occhi e tanti ricordi nell’anima, quel troppo niente che stride con il nostro tanto.
C’è una bambina, dentro un bunker, che ha intonato la colonna sonora di Frozen, ha fatto piangere tutti, ha emozionato se stessa. La potenza di una voce, le immagini che arrivano e raccontano di una disperazione e di un dramma che porteranno per sempre sulla pelle.
Non possiamo girarci dall’altra parte, è lacerante quello che accade: le donne non hanno più la libertà di viaggiare, studiare, di essere curate, di lavorare.
Care sorelle ucraine, noi vi immaginiamo oggi e sempre vestite di rosa shocking , il colore dell’anno. Segno di potenza e intensità, guerriere tra la gente, pronte alla rinascita e al coraggio indomito.
Oggi l’omaggio è tutto per voi.
Rossana Titone