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13/03/2022 07:00:00

Per la Giornata della Donna la Fidapa di Salemi all'insegna della "consapevolezza"

 Per la Giornata internazionale della donna dell’8 marzo si e’ svolto nel salone del Castello normanno – svevo di Salemi il convegno sul tema “Il femminile tra filosofia e psicologia”.

Non di un incontro condito di frasi retoriche si e’ trattato, cui ahimè, spesso siamo stati costretti ad ascoltare negli ultimi anni.

Un evento di alto profilo, confacente alle antiche mura del maniero che da secoli domina la Val di Mazara, e utile per una salutare riflessione sull’essere donna in un mondo in gran parte declinato al maschile, a dispetto delle tante buone intenzioni enunciate nel corso del secolo scorso.

Tutto merito della sezione di Salemi della Fidapa guidata da Giulia Stallone, da quattro mesi succeduta ad Anna Rapallo Pilocane, a cui si deve la trasformazione dell’Associazione liberata da ogni angusto localismo.
Sottolineiamo il merito di entrambe le presidenti, credendo di interpretare l’intervento-appello finale della presidente distrettuale Carmela Lo Bue “siate di esempio, di sprone, di stimolo per chi non crede in se stessa. Amatevi per come siete.” Giusto per essere in sintonia con la ricorrenza.
Eppure, quanti avvenimenti cruenti, quanti lutti, quante lotte per arrivare alla “Festa della Donna”, come taluni la definiscono oggi, da quel lontano febbraio del 1909, quando per la prima volta si svolse in America il Woman’s Day  ( la Giornata della Donna). Fu la prima manifestazione femminile per rivendicare il diritto di voto alle donne.

Occorre sfatare una buona volta quella leggenda metropolitana secondo la quale la ricorrenza sarebbe stata istituita per ricordare un incendio che avrebbe ucciso centinaia di operaie di una fabbrica di camicie a New York l’8 marzo 1908.

Quest’incendio, in realtà, non avvenne mai. Storicamente, invece, fu dopo la rivoluzione bolscevica, nel 1922 per la precisione, che l’8 marzo divenne ufficialmente in tutto il mondo, la giornata delle donne (e non di “festa”, con pizza al seguito) per mantenere sempre viva la lotta per conquistare gli stessi diritti sociali, politici ed economici privilegio ancora solo degli uomini.

Dopo una breve introduzione di Maria Pina Leone, presidente del Rotary che ha rivolto un pensiero alle donne dell’Ucraina, il sindaco Domenico Venuti ha voluto sottolineare l’importanza della differenza e della diversità viste come possibilità di maggiori opportunità per le nuove generazioni.

A disvelare i complicati segreti del pianeta donna, due valenti esperti: la psicologa Valeria Ippolito, professionista molto nota in provincia, e il filosofo Carmelo Muscato, docente di un liceo palermitano.

Entrambi con una “lectio magistralis” si sono offerti ad un uditorio attento e sedotto dal fascino delle parole e dalla godibilità dei paradigmi adoperati.

Riassumerle entrambe sarebbe impresa ardua per un pezzo di cronaca e non commetteremo l’errore di farlo.
Basta accennare che l’intervento della psicologa Valeria Ippolito ci e’ sembrato essere critico nei confronti di Freud, tacciato di “maschilismo” (la teoria della presunta invidia del pene da parte della donna) e più vicino al pensiero di Gustav Jung e alle teorie del controverso psicanalista francese Jacques Lacan. Riproponendo da Jung gli elementi strutturali, l'anima e l'animus,  dell’inconscio collettivo, intesi rispettivamente la prima come il lato femminile di un uomo e l’animus come il lato maschile di una donna, elementi che invece erano (e in certi casi ancora sono) proiettati inconsciamente sulle persone dell'altro sesso fino al ventesimo secolo nelle culture maschiliste.
Più estese nel tempo le argomentazioni esposte del filosofo Carmelo Muscato: partendo dal mito di Afrodite, attraversando la Repubblica di Platone, accennando ad Ipazia, “martire” della liberta’ di pensiero, per sostenere la tesi che non sempre ciò che comunemente crediamo appartenere al mondo femminile, lo e’, e viceversa, per arrivare, con un vertiginoso susseguirsi di “maschili” e “femminili” che si compenetrano a vicenda, per giungere a sostenere che anche le “donne” a cui si rivolge Dante nel verso “Donne che avete intelletto d’amore” (riportato sulla locandina della manifestazione) , sarebbero in realtà “uomini”.
E tuttavia il punto di arrivo dei due relatori e’ risultato essere il medesimo: entrambi hanno concordato sulla necessità che la donna mantenga sempre viva la battaglia per la “consapevolezza”.
A noi ha fatto ricordare la Nora di “Casa di Bambola” di Enrik Ibsen?
Il personaggio teatrale ci sembra sintetizzare mirabilmente quanto i due relatori hanno esposto altrettanto mirabilmente in sala.
Al suo apparire sulle scene, Nora fu un autentico «scandalo» per quei bravi maschi per i quali le donne potevano sì lavorare nei campi, in casa e nelle fabbriche, ma non era concesso loro la pretesa di essere delle persone responsabili e indipendenti.
Una vera antesignana il personaggio del drammaturgo norvegese che in tutti i teatri d’Europa rivendicava con forza la dignita’ del proprio io, cercando di costruire senza tutela alcuna la propria esistenza.
In un suo appunto lo stesso Ibsen chiariva: “Ci sono due tipi di leggi morali, due tipi di coscienze, una in un uomo e un'altra completamente differente in una donna. L'una non può comprendere l'altra; ma nelle questioni pratiche della vita, la donna è giudicata dalle leggi degli uomini, come se non fosse una donna, ma un uomo”.
E meno male che nessuno ha accennato ai recenti studi pubblicati sul Qi (quoziente intellettivo). I test hanno confermato che c’e’ stato il sorpasso. Le donne risultano essere anche più intelligenti dei signori uomini.
Consapevolezza e Qi: vigilia della Rivoluzione?


Franco Ciro Lo Re