I candidati sindaco per la città di Palermo diventano tanti, ogni partito ha schierato il suo, nessuno finora ha voluto fare sintesi, nessuno parla di programmi e sul come attuarli ma tutti puntellano il perimetro di se stessi.
Forza Italia ha raccolto l’appello del senatore Renato Schifani, che con una nota di polemica aveva chiesto al coordinatore siciliano, Gianfranco Miccichè, di schierare in campo un proprio nome e non farlo scegliere alla coalizione. I forzisti in Sicilia hanno percentuali doppie, così sabato sull’Isola è arrivata Licia Ronzulli, l’obiettivo era quello di mettere pace tra le varie anime azzurre, non c’è riuscita, ma almeno è venuto fuori il candidato sindaco per Forza Italia: Francesco Cascio.
Alla riunione non hanno partecipato i dissidenti di Miccichè, non c’era Gaetano Armano, né Marco Falcone, né Marco Zambuto, nemmeno Stefano Pellegrino e altri ancora. Due correnti che animano ed agitano il partito berlusconiano, non sono tardati ad arrivare i comunicati stampa che minavano la leadership di Miccichè e poi quelli invece a fare quadrato sul coordinatore.
Il più duro è stato proprio Falcone, che ha parlato di linea ondivaga del presidente dell’ARS, a rispondere a Falcone il capogruppo in Assemblea Michele Mancuso: “Voglio ricordare a chi di ondivaga ha la memoria, che mentre qualche parlamentare è andato via, tanti altri ne sono arrivati e tantissimi li seguirebbero se solo si pensasse a lavorare per il partito. Gianfranco Micciché non ha certo bisogno della mia difesa, anche perché in politica contano i numeri e questi sono dalla sua parte. Invece di difendere candidature di altri partiti, perché non si pensa a sostenere quelli di Forza Italia? Se creare spaccature serve solo a mantenere salda la propria poltrona, allora già che ci sono, che vadano a guadagnarsela altrove se ci riescono. Oggi la Sicilia ha bisogno di una classe dirigente priva di obiettivi personali. Magari sarebbe più corretto che i vari Falcone, Zambuto e Armao lavorassero per unire piuttosto che distruggere. Ricordo che in fondo, rivestono un ruolo all’interno del Governo regionale anche grazie al gruppo parlamentare di appartenenza”.
Anche per la deputata Daniela Ternullo la figura di Miccichè non è in discussione: “Non c’è dubbio che serve un confronto, ma senza pregiudizi. Un confronto onesto, che metta sul piatto della bilancia l’intero ciclo di questi ultimi anni. Le uscite e i rientri in politica sono sempre esistiti e Forza Italia non è esente da tale meccanismo democratico. Ciò però non sminuisce l’azione incisiva del nostro Commissario regionale, il quale ha svolto egregiamente il duplice ruolo di garante del Parlamento siciliano e di coordinatore del partito in Sicilia”.
Gli assessori in giunta regionale non rispondono al partito e al suo coordinatore ma direttamente al presidente Nello Musumeci, a cui hanno giurato lealtà e appoggio per la ricandidatura. E’ una Forza Italia spaccata in tutto, dai nomi per i candidati per le amministrative, fino al candidato alla presidenza della Regione, dove in campo è sceso lo stesso Miccichè e non ha mai fatto un passo indietro.