È stato diagnosticato dal team del reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Bari su un paziente di 13 anni il primo caso pediatrico in Italia di "carcinoma Nut": un tumore rarissimo e a prognosi quasi invariabilmente infausta, con pochissimi casi descritti nel mondo.
Il tredicenne, che aveva una evidente tumefazione della parete toracica a sinistra, è stato sottoposto a un intervento di 10 ore per l'asportazione radicale della neoplasia sulla parete toracica che poi è stata ricostruita con protesi in titanio e un lembo miocutaneo microchirurgico.
Due le equipe impegnate nell’intervento, quella di chirurgia toracica del professor Giuseppe Marulli e quella di chirurgia plastica dei professori Giuseppe Giudice e Michele Maruccia. Insieme all’anestesista pediatrica Giovanna Primiceri sono riusciti «nel difficile intento di asportare in maniera ampia e microscopicamente radicale la neoplasia»; la parete toracica è stata quindi ricostruita con protesi in titanio ed un lembo miocutaneo microchirurgico.
Successivamente il ragazzo è stato sottoposto a radioterapia secondo una tecnica sofisticata e ha iniziato un trattamento chemio-immunoterapico intensivo. L’intero complesso programma diagnostico-terapeutico è stato coordinato da Francesco De Leonardis, medico dell’unità operativa di Oncoematologia pediatrica e condiviso con i colleghi del “Dana Farber Cancer Institute” di Boston, negli Stati Uniti.
La collaborazione con l’istituto americano è stata preziosa nell’individuare e condividere la strategia di cura del piccolo paziente. I medici di Boston, infatti, hanno per primi identificato il rarissimo tipo di tumore circa una decina di anni fa e il “Dana Farber Cancer Institute”, un grosso e rinomato centro di ricerca e cura oncologica, possiede un registro di questo raro tumore e ha maturato esperienza nel disegnare la strategia di trattamento. «Grazie a questo considerevole impiego di risorse e professionalità oggi il piccolo ha ottime probabilità di guarire, dimostrando quale livello di eccellenza abbia oggi raggiunto il Policlinico barese nel panorama internazionale» spiegano dalla struttura ospedaliera.