Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
07/04/2022 14:26:00

"Rifugiati", di Carlotta Sami. Per scoprire le verità e i falsi miti

 In questi giorni in cui tanto si parla di rifugiati, e c'è chi quasi quasi vorrebbe fare dei distinguo tra rifugiati "buoni", quelli dell'Ucraina, e rifugiati "non buoni", quelli degli altri Paesi, torna d'attualità un agile saggio di Carlotta Sami scritto per HarperCollins. Si chiama, appunto "Rifugiati", ed è utile per demolire, sulla base dei dati e delle analisi, tanti pregiudici e luoghi comuni. Sami è un'esperta del tema, dato che è portavoce per l'Italia proprio dell'Agenzia dell'Onu per i rifugiati, che, sono vittime, oltre che di guerre e miseria, anche dell'odio e dell'ignoranza. 

Sami definisce il suo  lavoro un "modesto contributo", ma invece siamo di fronte ad un libro fondamentale, perché è strutturato per argomenti, partendo da una finta convinzione (ad esempio "Sono tutti finti rifugiati") e smontandola sulla base di dati e fatti. Già dalla parola stessa, rifugiato: non è uno che viaggia liberamente, che ne va dal suo Paese per comodità, ma una persona "a cui è impedito di toranre a casa in sicurezza". E questo già dovrebbe bastare a smontare molti discorsi d'odio. 

Oltre ai dati, poi, ci sono le storie quella di Yahya, che ha trovato la salvezza in Sicilia, oppure Samy Salih, che viene dal Kurdistan, la martoriata regione a nord dell'Iraq.