Giacomo Anastasi, candidato sindaco di Petrosino, alle prossime elezioni amministrative del 12 giugno. Lei è uno dei tre candidati alla carica di primo cittadino. Le altre due candidature erano scontate. Roberto Angileri, assessore dell'amministrazione uscente, in continuità, e Marcella Pellegrino, pronta a sfidare gli ex alleati. La sua è stata vista come una candidatura a sorspresa.
No. Invece nasce da un confronto costante con gruppi diversi e trasversali e con amici e persone che già in passato si sono spese per la collettività. A partire dai quattro consiglieri comunali che nell'ultima consiliatura sono stati in opposizione. La politica ha bisogno di alternative e di alternanza, e la mia candidatura nasce proprio per dare una alternativa a questi ultimi dieci anni. C'è bisogno di aprire una pagina nuova, un nuovo progetto politico.
Cosa ha il vostro progetto politico di diverso rispetto alle altre due candidature in campo, quella di Marcella Pellegrino, e quella di Roberto Angileri che è assessore dell'amministrazione uscente e si pone in continuità con questa?
Al di là dei personalismi le valutazioni sono politiche, e saranno così per tutta la campagna elettorale. Vogliamo essere alternativi alle altre due candidature che sono espressione di questi ultimi 10 anni della politica a Petrosino rappresentati con caratteristiche diverse da Angileri e Pellegrino. Il nostro progetto ha il desiderio di tornare a fare politica oltre i personalismi, oltre alle dinamiche di forte contrapposizione che non hanno fatto bene al territorio. Bisogna riportare uno spirito diverso, ritornare al cuore della politica che è socialità e costruisce legami. Questo è un elemento sostanziale, che riguarda il metodo, il come si fa politica. Oltre questo, la nostra ambizione è quella di aprire una pagina nuova. Siamo una fase molto particolare, è urgente un progetto che vada oltre le dinamiche elettoralistiche.
Voi tre candidati però avete tutti una storia comune. Derivate tutti da un “big bang”, quello del 2012 della prima elezione di Gaspare Giacalone. Sia lei e i suoi sostenitori, che Marcella Pellegrino, eravate parte integrante di quel movimento che 10 anni fa portò alla prima elezione di Giacalone. Sembra adesso uno scontro fratricida all'interno di uno stesso gruppone politico. O è una cosa normale in un piccolo comune come Petrosino.
C'è questo elemento. In una piccola realtà come Petrosino è inevitabile che ci sia un intreccio tra l'attività politica e i rapporti personali anche positivamente. Io non rinnego il mio sostegno all'esperienza politica di 10 anni fa. Anzi, dentro il nostro movimento c'è quello spirito di rinnovamento che invece è stato tradito dall'amministrazione Giacalone in questi 10 anni. Il mio è stato un semplice sostegno da cittadino, non ho partecipato con ruoli politici.
Qual è stato il tradimento più grande?
Quello di essersi fermato ad una ordinaria amministrazione asfittica. Bisogna invece guardare lontano. E' una fase molto particolare e bisogna mettere in equilibrio l'ordinaria amministrazione e guardare lontano.
Forse ci sono stati troppi personalismi da parte di Giacalone. Cioè è stata un'amministrazione troppo schiacciata sul “personaggio” Giacalone che ha prevalso sul contesto?
Questo è un elemento, assolutamente sì. E' un elemento che ho sottolineato. Il nostro progetto punta a costruire un “noi”, al di là dei narcisismi e dei personalismi. Dobbiamo uscire dal profilo Facebook dell'attuale sindaco e costruire una comunità. Solo così possiamo costruire qualcosa di grande. Altrimenti la politica diventa altra cosa, diventa il trampolino di lancio per carriere politiche da un lato e rivincite dall'altro. I personalismi sono nelle altre due coalizioni, lì c'è uno scontro fratricida. Là c'è stata una condivisione nell'amministrazione, noi siamo l'alternativa.