Quante sono state nell’ultimo ventennio le iniziative per “salvare” o potenziare l’Ospedale San Vito e Santo Spirito di Alcamo?
Quanti Consigli comunali aperti, quante prese di posizione, quante promesse, quanti distinguo, quanti discorsi si sono consumati sull’altare della retorica piu’ bieca?
Sono state queste le domande inquietanti che in tanti si sono poste alla vigilia della convocazione dell’ennesimo Consiglio Comunale aperto.
Si sa, per esperienza vissuta, che quando un problema arriva in questa sede e con questa formula, si esercita solo una democrazia formale.
Si tratta solo di un rituale. Tutti sanno che i centri politici decisionali sono altrove e non al Centro Congressi Marconi.
E tuttavia la mobilitazione da parte della cosiddetta società civile come anche la presa di posizione da parte di qualche parlamentare non mancano.
Esiste da due anni circa il Comitato Alcamo 32. Persino un cardiologo in pensione, il dottore Enzo Borruso, ha organizzato una simbolica cavalcata di cavalieri partita dalla vicina Castellammare del Golfo ha raggiunto il nosocomio per poi “occupare” pacificamente la centralissima Piazza Ciullo.
Ai lavori del Consiglio comunale aperto, oltre al sindaco di Alcamo, ovviamente, erano presenti quelli di Castellammare del Golfo e Calatafimi-Segesta.
Tre i deputati presenti, tutti alcamesi, Antonino Lombardo, Mimmo Turano e Valentina Palmeri.
Risultati concreti?
Lo abbiamo chiesto alla parlamentare regionale dei Verdi “Europa Verde" Valentina Palmeri.
La risposta e’ a dir poco sconfortante: “A parte le disquisizioni riportate dai vertici dell’ASP relative alla necessità di diversificare l’offerta sanitaria nel territorio e di creare dei poli di eccellenza, (argomentazioni corrette ma tardive vista la distribuzione di reparti e ospedali fatta in tutta la provincia nei precedenti decenni) e la relazione sull’iter dei progetti sul nuovo ospedale e sulla Casa di Comunità e sulle difficoltà a reperire personale medico, non si è registrata alcuna rassicurazione chiara sul mantenimento e, ancora di più, sul potenziamento degli attuali reparti e dell’organico dell’Ospedale di Alcamo, che, credo, fosse l’obiettivo del consiglio congiunto” .
Anche se si comprende che le difficoltà riguardano l’intera provincia e che tutti gli ospedali avrebbero necessità di un serio potenziamento, il commissario e il direttore dell’ASP nulla hanno detto sul fatto che dell’ospedale San Vito non ne usufruiscono solo i cittadini alcamesi.
E di conseguenza, nessuna proposta e’ da loro stata avanzata che preveda un potenziamento serio dell’ospedale, e per facilitare anche la permanenza dei medici.
Si dimentica che il nosocomio di Alcamo e’ al servizio di diversi comuni ricadenti nell’area del Golfo di Castellammare e quindi anche di quelli che ricadono in provincia di Palermo.
Un territorio fra l’altro soggetto a forti variazione demografiche dovute ai flussi turistici stagionali.
Uno motivo in piu’ perché vada ripensata la dimensione di questo distretto in modo da renderla aderente alla situazione reale.
La proposta e’ della deputata verde Palmeri che l’ha già depositata in Commissione regionale sanità e prevede un distretto più ampio, che vada oltre l’area del Golfo.
Si tratta di una proposta che si rende necessaria al fine consentire, nel corso degli anni in cui si realizzerà il nuovo ospedale, il mantenimento nel territorio di un presidio ospedaliero in condizioni ottimali, seppur nei limiti fisici dell’attuale struttura.
La situazione e’ preoccupante perché nessuna contro proposta si e’ fatta sentire da parte dall’ASP e nessuna rassicurazione di una volonta’ di un potenziamento serio dell’ospedale, o per facilitare la permanenza dei medici.
“Seppure – conclude Valentina Palmeri- “si comprende che le difficoltà riguardano l’intera provincia, si dovrebbe tenere in giusta considerazione, ad esempio, che nel corso dell’anno 2021, si è registrata una occupazione del 110% del numero di posti letto in medicina ad Alcamo, cosa che in nessun altro ospedale della provincia di Trapani ha registrato a questi livelli di saturazione. Dato che ha raggiunto solo il distretto di Alcamo.”
Dall’impegno della Palmeri qualche risultato si e’ avuto, come il blocco del trasferimento di alcuni reparti (psichiatria, ad esempio).
Ma assicura. Rimarrà una spina nel fianco, sempre con proposte concrete, nella consapevolezza, che sull' Ospedale di Alcamo si gioca una partita di sviluppo e sicurezza ben più ampia di quella solamente sanitaria.
Franco Ciro Lo Re