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16/05/2022 06:00:00

Marsala, una città senza meta e senza progetto culturale

Una città senza un progetto culturale non sa dove andare. La mancata stesura di un documento strategico che individui obiettivi e indirizzi cui devono uniformarsi azioni e attività di quanti concorrono a formare il sistema culturale porta inevitabilmente a fare scelte discutibili, se non sbagliate, in altre parole si naviga a vista.

Si sceglie di acquistare, promuovere, o patrocinare un evento, un libro, una manifestazione... sulla scorta di variabili che non seguono alcuna linea giuda, che non tendono verso una crescita programmatica del territorio di riferimento. La scelta degli obiettivi/indirizzi di un progetto culturale spetta al sindaco e deve essere condivisa dalla giunta, ogni singolo assessore deve essere in grado di contribuire, rispetto al proprio ambito di competenza, nell'analisi dello stato dell'arte, nella pianificazione, nella valorizzazione dei luoghi culturali. nell'individuazione delle criticità, nel monitoraggio... fino al raggiungimento dei risultati attesi.


Il progetto culturale di una città deve tenere conto di un sistema di elementi, interpretativi, sociali e operativi, fortemente collegati tra loro. 'Ma prima ancora di tutto questo è necessario che ci sia la volontà, unita alla capacità, di redigere un tale progetto. Sull'importanza fondamentale della cultura per il pieno sviluppo dell'uomo, indico a quanti si sentono vicini alla fede la lettera di Giovanni Paolo II con cui viene istituito il Pontificio Consiglio della Cultura.


Questo lungo preambolo, apparentemente pedante, serve per introdurre la questione che si è sollevata a Marsala, dopo l'acquisto e la distribuzione nelle scuole, di un volume scritto e illustrato, con la finalità di conservare e rappresentare i vari aspetti della società di un tempo ormai lontano attraverso l'uso del dialetto marsalese. In questo caso si è compiuta una scelta, qualcuno si è assunto la responsabilità di firmare un acquisto, lo ha reputato adeguato per la distribuzione nelle scuole marsalesi. Nella delibera di giunta si autorizza la distribuzione anche nelle scuole elementari. Ebbene, alcuni istituti si sono rifiutati di distribuirlo agli studenti poiché lo hanno ritenuto volgare e, a tratti, ammiccante di una certa cultura mafiosa: I sbirri si pagano 'ncontanti, l'amici cu tempo, per citare un esempio. L'autore si difende attraverso una lettera pubblicata su tp24: il volume non era destinato alle scuole elementari. Buffo, perché a ben guardare le ampie illustrazioni rispetto alle lapidarie didascalie sembrerebbe invece un volumetto pensato proprio per i bambini. Non voglio pensare che l'autore possa avanzare la pretesa di arricchire, in tal modo, il bagaglio culturale degli studenti di istituti superiori. Sì perché, un libro che può assolvere a questo compito esiste già a Marsala, pubblicato nel 2013 e scritto da due studiosi di chiara fama: Luigi Giustolisi e Paolo Marrone, Marsala, come parlava e... com'era, un libro, nato grazie all'intercessione del bravo libraio Pietro Pellegrino, da sempre impegnato nella ricerca della qualità in ambito librario. Un volume che indaga sui modi di dire marsalesi partendo da ricerche etimologiche faticose fino ad apparire manichee, testimoniate da ben cinque pagine di riferimenti bibliografici. Un libro che avrebbe avuto tutte le carte in regola per entrare nelle scuole e diventare argomento di studio. Anche in questo volume si citano termini che indicano parti intime maschili e femminili, tuttavia nessuno si sognerebbe di indicarli in quanto volgari perché quando prevale la ricerca e lo studio, rispetto ad una tematica, la serietà e l'autorevolezza, tutto il resto viene contestualizzato.
Che dire? Questo capita quando si naviga a vista... e Marsala questo fa ormai da tempo immemore, anche se cambia il vento. 

Katia Regina