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17/05/2022 11:28:00

Sicilia, la mafia dietro il furto di 16mila mascherine 

Ci sarebbe Cosa nostra dietro al furto di venti cartoni con 16mila mascherine FFp3 sottratte per rivenderle, in piena emergenza epidemiologica. Nella misura cautelare dell'operazione di oggi (ne parliamo qui), ricordando un episodio emerso già tre anni fa, il giudice stigmatizza la subcultura mafiosa sottolineando che "non ci si puo' esimere dal rimarcare che costituisce plastica dimostrazione di come la scelta di vita degli indagati sia fondata, già in termini culturali e ideali, proprio su un principio di contrapposizione ai fondamenti della libertà democratica e al rispetto delle regole.

"Il mandamento di Ciaculli è ancora in mano alla famiglia Greco e tiene salde le tradizioni di cosa nostra". Il generale Giuseppe De Liso, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, interviene sull'operazione (portata avanti insieme alla polizia di Stato) che ha portato all'arresto di 31 persone considerate legate alla mafia.

Il mandamento di Ciaculli, infatti, è ora capeggiato da Giuseppe Greco, il Senatore, e ne fanno parte la famiglia di Ciaculli-Croce verde Giardini, quella di Brancaccio, di corso dei Mille e la famiglia di Roccella.

Come osserva l'Arma dei carabinieri in un'informative del 2 marzo 2021, l'articolazione mafiosa di Ciaculli ha dimostrato di sapersi evolvere rimanendo però ancorata alle "tradizioni", riuscendo a far convivere interessi illeciti legati alle sensalerie dei terreni agricoli "con spregiudicate operazioni di scommesse on-line", oppure gestendo in maniera capillare la distribuzione delle acque irrigue e contemporaneamente pianificando traffici di droga con la 'ndrangheta calabrese. Tra le attività anche la coltivazione di canapa indiana tra gli agrumeti della borgata.