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18/05/2022 18:00:00

La banalità del male

 La banalità del male. È un saggio della scrittrice filosofa e politologa tedesca di origini ebreiche naturalizzata statunitense Hannah Arendt.

Lo scrisse al termine del processo, che segui come inviata, ad Eichmann tenutosi in Israele,il gerarca nazista responsabile per l'organizzazione della soluzione finale fu condannato a morte.

Nel descrivere l'imputato durante le udienze l'autrice coniò la frase che titolò il libro, perché il teutonico nel motivare il suo operato affermò che eseguisse solo gli ordini, il convincimento della Harendt è che l'ufficiale fosse solo un burocrate,che agisse solo per salire nella scala della carriera e non avesse cognizione delle malvagità commesse e fosse tutto normale.

L'espressione ha fatto capolino nel mio pensiero per il video che giustificava l'acquisto di un libro per le scuole di vignette e detti siciliani con relativo significato, di sindaco e vice lilibetani che hanno dichiarato che la bozza dell'opuscolo non corrisponde a quella definitiva. Adesso non necessita un consulente luminare per stabilire se il prodotto corrispondesse alla stesura mandata in stampa con quella in possesso della giunta, bastava leggerlo e revocare l'acquisto.

La cattiveria consiste nel rinnegare l'errore pur essendo palese. Idem sul porto, la malizia è stata di scaricare sulla regione la loro inettitudine nel realizzare il progetto. Ma ciò è una virtù del primo cittadino e assessori vedesi anche l"ormai ineffabile padiglione Covid, vicenda terminata grazie a Tp24 su Striscia la notizia. La nomina del portavoce senza titolo poi ritirata e assunto sotto spoglie diverse, proprio lui poteva erudire sul funzionamento di un piano editoriale. Dopo quasi 20 mesi la "futilità della perfidia" nell'amministrare, che porta conseguenze nefaste e la città ha scoperto.

 


Vittorio Alfieri