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24/05/2022 06:00:00

Salemi. La strana raccolta differenziata secondo alcuni cittadini

Si avverte il lettore particolarmente sensibile che l’articolo contiene foto disturbanti.
Ma prima una breve premessa.


Abbiamo avuto da sempre la convinzione che il rapporto che noi abbiamo con i rifiuti è un indicatore determinante per capire l’essere umano nella sua individualità e per misurare nei popoli il grado di civiltà raggiunto.
Gli antefatti.


Prima di arrivare a sfiorare l’80% circa, il comune di Salemi, insieme a quelli di Castelvetrano e Mazara del Vallo (non a caso la triade egemone dell’Ato Belice Ambiente), deteneva l’incivile primato della raccolta differenziata dei rifiuti. Segnando senza dubbio un passo indietro rispetto agli anni in cui ci pensavano gli asini a riversare i rifiuti organici nei famosi “munnizzari” dislocati nei punti strategici del paese. Fonti di approvvigionamento di concimi biologici.
Passando gli anni vennero i famigerati ATO ambienti. Tutti destinati al fallimento dopo un decennio circa.
Non fece eccezione la “Belice Ambiente”.


Complice anche certa pubblicistica che ama fregiarsi dell’etichetta dell’antimafia occupandosi solo di fatti cruenti di cronaca che vede protagonisti “soldatini” di quart’ordine ma che non vede mai la commistione tra politica e mafia nei grandi misfatti finanziari.
L’inefficienza e la gestione clientelare degli Ato portò a rimpiangere gli anni precedenti in cui la gestione dei rifiuti urbani era di competenza comunale. Cassonetti stracolmi che ammorbavano le strade della cittadina era ormai la regola e non l’eccezione.
Senza dubbio un passo indietro rispetto anche agli anni in cui ci pensavano gli asini a riversare i rifiuti organici nei famosi “munnizzari” dislocati nei punti strategici del paese. Fonti libere di approvvigionamento di concime biologico per chiunque.

La crisi per le Cene di San Giuseppe

Ma la piu’ emblematica vicenda fu quella accaduta per le festività di San Giuseppe. Uno degli eventi in cui giungono a Salemi turisti da tutta la Regione, e non solo.
Era il marzo del 2013. Al governo della città c’erano i Commissari Straordinari con a capo il compianto Prefetto Leopoldo Falco, arrivati a Salemi dopo lo scioglimento del Comune per mafia, dopo la sindacatura di Vittorio Sgarbi.

L’appuntamento più atteso dell’anno, in coincidenza dell’inizio della settimana delle “Cene di San Giuseppe” venne deturpato da un campionario di oggetti i più impensati (materassi  con vistose macchie rossastre, sedie sgangherate, carcasse di televisori ciechi, specchi obliquamente infranti) disseminati lungo le vie cittadine accanto ai cassonetti straripanti immondizia.
Immagini difficilmente accettabili per chiunque. Un orrendo biglietto da visita per i turisti giunti in città.
L’indignazione salì alle stelle quando si seppe che il blocco della raccolta dei rifiuti era scattato solo a Salemi. I camion bloccati nelle autorimesse.
Una sorta di punizione, di ritorsione? O cosa? Il prefetto Falco se lo chiese ad alta voce
Si venne a sapere dalle colonne del quotidiano del mattino che il blocco del serizio era dovuto al fatto che il comune di Salemi aveva tardato a saldare un debito di 800 (sic!) euro nei confronti dell’Ato. Cosa che in seguito risultò essere non corretta contabilmente.
Ma intanto, “stranamente” il distributore salemitano si era rifiutato di fornire il carburante mentre dal canto loro gli operatori ecologici non erano disponibili a fare lo straordinario per la domenica.

Il danno d’immagine era fatto! Il messaggio: “I commissari non sanno amministrare”!
In ogni caso, era un’ ulteriore dimostrazione di come la gestione della Belice Ambiente era condizionata dalla presenza di chi si riteneva essere stato colpito dal commissariamento del Comune.


Tutto questo ci e’ passato per la mente in un baleno qualche giorno addietro, quando ci siamo imbattuti nell’incubo che ora mostriamo attraverso alcune foto.
Accanto ad un contenitore giallo recante paradossalmente la scritta “Raccolta differenziata al servizio del cittadino e dell’ambiente” vi erano ammassati disordinatamente oggetti di varia natura. Capi di abbigliamento, giocattoli, scarpe di ogni foggia, borse da viaggio e da passeggio, secchi, cassette, piumoni e coperte, e persino un aspirapolvere.
Le foto parlano da sole.


Considerazioni finali.
Il cassonetto giallo ha la funzione di raccogliere del vestiario di vario tipo da destinare a persone bisognose.
Di solito, quando si dona qualcosa agli altri si dovrebbe scegliere il meglio.
Non ci sembra essere questo il caso.
Ci sembra essere piuttosto un modo sbrigativo (non usiamo il termine incivile) per fare le pulizie di stagione. Via tutto quello che non serve. Invece di portarlo all’isola ecologica, lo doniamo a “li puvireddi”. Facciamo due cose: risparmiamo carburante per la macchina e ci riserviamo un posto in Paradiso.
Si sa. Siamo un paese ( tranquilli, intendiamo l’Italia) in cui la gente vuol darsi un tono, ma butta ancora l'immondizia dai finestrini dell'auto in corsa ( ne conosciamo alcuni di questi posti).
Qualcuno ha detto che gli Americani non gettano mai via i loro rifiuti perché li trasformano in show televisivi, noi piu’ semplicemente siamo convinti che ogni civiltà ha la spazzatura che si merita.

Franco Ciro Lo Re