Assemblea consiliare di Marsala del 23 maggio. Il presidente dell'assise E. Sturiano ricorda Giovanni Falcone nel trentennale del suo omicidio. Loda le capacità innovative d'investigazione del magistrato e menziona le sue creature: DIA,DDA e procura nazionale antimafia. "Il nostro impegno è tenere viva la memoria di Falcone e tramandare alle nuove generazioni il suo impegno morale e civile".
Rammenta P.Borsellino e tutte le vittime di mafia: forze dell'ordine, politici, giornalisti, imprenditori, e anche cittadini. Interviene Ferrantelli per il quale Giovanni non ha avuto solo il merito di reprimere la mafia, ma di tentare di prevenirla attraverso la cultura, l'istruzione e il lavoro perché in tal modo si sopprime il fenomeno mafioso. P.Cavasino, è sua l'idea e la voce tradisce l'emozione, rimembra che il 31 maggio alla presenza della prof.ssa Maria Falcone, che nella mattinata all'albero dedicato a Giovanni a Palermo ridà appuntamento per gioire quando verrà catturato M. M. Denaro a sala delle Lapidi verrà attribuita al fratello la cittadinanza onoraria di Marsala.
Veemente è Passalacqua quando afferma che: "tutta Italia commemora i nostri eroi, ma noi siamo classe politica e dobbiamo essere consequenziali e utilizzare parole di gratitudine è un esercizio semplice banale e anche gratuito, dopo 30 anni la verità su Falcone e Borsellino non si conosce e finché nell'aula non si prenderanno le distanze da soggetti condannati per mafia-Cuffaro e Dell'Utri- che non sono imprescindibili per la politica siciliana, si farà solo retorica ". Per l'amministrazione prende parola l'avvocato Milazzo e lo scivolone è dietro l'angolo. Per lui non sono stati 30anni inutili, si deve continuare a diffondere l'educazione antimafia. Rivolto a Passalacqua dichiara di prendere le distanze da alcuni personaggi, lungi da lui condividere le loro posizioni. E adesso la buccia di banana; da operatore della legge afferma che necessita distinguere tra morale e diritto, la pena nel nostro ordinamento è rieducativa non solo afflittiva e bisogna prenderne atto, diversamente l'etica deve saper discernere e allontanarsi da certi elementi. Personalmente ho coscienza che Dell'Utri e Cuffaro hanno l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e trattasi sempre di diritto, evidentemente nell'irrogare la pena accessoria l'hanno ritenuta utile socialmente come professava Cesare Beccaria. Tanto basta e avanza, tutto il resto è noia, Califano docet.
Vittorio Alfieri