Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
30/05/2022 06:00:00

Dai finti vaccini ai bonus, tutte le truffe dei "furbetti" del Covid 

 Se c'è una cosa che il Covid ci ha insegnato, oltre ad avere più cara la nostra salute, è quanta miseria ci sia tra noi. In molti hanno dato prova di grande dignità, hanno fatto sacrifici, hanno rispettato regole e decreti, in tantissimi si sono vaccinati. Altri, però, ne hanno approfittato per arricchirsi a scapito della collettività, truffando gli altri e lo Stato, facendo scempio di risorse pubbliche.

E' davvero lungo l'elenco dei "furbetti" del Covid. 

Il dato più clamoroso viene dall'operazione 'Free Credit' legata alle frodi milionarie sui bonus fiscali contenuti nel Decreto Rilancio. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno arrestato sabato due delle persone ai vertici dell'organizzazione disarticolata, nei mesi scorsi, proprio dalle Fiamme Gialle e latitanti in Colombia e Repubblica Dominicana.

A gennaio i finanzieri avevano eseguito 35 misure cautelari e oltre 80 perquisizioni smantellando un sodalizio con base operativa a Rimini, ma ramificato in tutto il territorio nazionale, anhe in Sicilia, composto da 56 associati e 22 prestanome, indagati con l'accusa di aver frodato lo Stato italiano.

In sei mesi sarebbero stati accumulati crediti di imposta fasulli - sfruttando le agevolazioni dei bonus locazione, sismabonus e bonus facciate - per 440 milioni di euro. Un fiume di denaro, ottenuto 'lucrando' su misure pensate per rilanciare l'attività imprenditoriale e l'economia fiaccati da due anni di emergenza coronavirus, reinvestito in cripto valute, lingotti d'oro, conti correnti a Malta, Cipro e Madeira.

E a Palermo continuano gli arresti per i finti vaccini fatti dietro pagamento di una somma.  Francesca Di Cesare, 53 anni, segretaria è finita venerdì agli arresti domiciliari assieme al medico in pensione Salvatore Pepe, di 73,  nell’ambito dell’ultimo filone dell’inchiesta della Digos di Palermo coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Felice De Benedittis.

La segretaria, in cambio di soldi avrebbero messo in contatto l'infermiera, finita in arresto per il caso dei falsi vaccini anti Covid in Fiera, con gli utenti no vax. 

Gli arrestati dovranno rispondere di corruzione, falso ideologico e peculato. "Sono accusati - spiegano dalla Questura - di aver fatto da mediatori nell'ambito di accordi corruttivi, finalizzati alle false vaccinazioni anti Covid, riguardanti diversi soggetti, per i quali, nei mesi scorsi, sono stati fermati e poi sottoposti a misure custodiali un'infermiera addetta al citato hub e due commercianti, uno dei quali con ruolo di vertice nell'ambito del locale movimento no vax".

Questa attività che avrebbe permesso di far incontrare domanda e offerta avrebbe riguardato anche altri soggetti, tra i quali un pregiudicato. L'indagine, corroborata da intercettazioni telefoniche e video ambientali, dall'analisi dei telefoni cellulari sequestrati ad alcuni indagati, da elementi dichiarativi e da attività di osservazione svolta da personale dipendente, avrebbero fatto emergere chiaramente il ruolo della segretaria e del medico in pensione, "veri ideatori dell'accordo corruttivo": "istigavano - spiegano ancora dalla Questura - l'infermiera a simulare le vaccinazioni e a percepire i relativi compensi, fino a 400 euro per ciascuna falsa vaccinazione, che poi dividevano con la prima".

Nel commettere la condotta, la segretaria si sarebbe avvantaggiata della sua posizione lavorativa, che "la pone al centro di una vasta rete di contatti, in tal modo dimostrando una peculiare pericolosità". E' stato infatti documentato che la donna, in tale veste, avrebbe disinvoltamente redatto anche una certificazione medica falsa in favore di un dipendente pubblico. L'attività investigativa, nei mesi scorsi, ha anche condotto all'esecuzione, su delega della Procura di Palermo, di due misure ai domiciliari emesse dal Gip di Palermo nei confronti di un'altra infermiera, ritenuta responsabile di 49 false vaccinazioni anti Covid-19.

Giuseppe Tomasino, negoziante di detersivi, assieme al commerciante e attivista Filippo Accetta aveva agganciato l’infermiera Ivana Lo Brano, ora pentita e che con le sue rivelazioni ha confermato il sistema messo in piedi per le dosi di vaccino sprecate all’hub della Fiera del Mediterraneo. La sua interlocutrice, però, si era stancata del pressing e delle resistenze per pagare più dei 400 euro pattuiti.

E' a domicialiari dal 21 Dicembre l'attivista no vax di Palermo Filippo Accetta. Un parente di Filippo Accetta gli aveva inviato via chat le immagini dei test antigenici rapidi che sarebbero serviti, come green pass, per chi non s’era vaccinato. L’irregolarità era subito saltata agli occhi innescando i controlli della polizia. Nell’ordinanza che ha portato agli ultimi arresti, però, si specifica come lo screenshot mostrato da Accetta fosse stato spedito da «un soggetto che è risultato essere, come si è appreso da fonti fiduciarie, dedito all’illecita produzione e vendita di falsi green pass e false esecuzioni di tampone antigenico, per di più con la collaborazione di un medico vaccinatore operante all’interno dell’hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo, disponibile, dietro al pagamento della somma di 500 euro, a certificare l’avvenuta vaccinazione mediante il consumo fittizio di una dose di vaccino».